Editoriale

Le intimidazioni continuano ma qualcosa sta cambiando

Il contrasto della magistratura è più intenso. E più continuativa è l’iniziativa di OdG e FNSI. Gli effetti del monitoraggio di Ossigeno

Le intimidazioni e gli attacchi ingiustificabili a giornalisti, blogger e videomaker proseguono in Italia a ritmo costante, con un flusso ininterrotto. Il fiume scorre, abbiamo scritto nel Rapporto recentemente consegnato alla Commissione Parlamentare Antimafia. E i provvedimenti necessari per fermare questi attacchi sono ancora oltre l’orizzonte. Ma, per fortuna, non siamo all’anno zero e noi non siamo pessimisti. Lentamente, qualcosa sta cambiando.

E’ già cambiato, soprattutto, il modo di percepire questi attacchi. Sempre più vengono considerati dei danni arrecati all’intera collettività, delle violazioni del diritto dei cittadini di informare gli altri e di informarsi. Un diritto innegabile e codificato.

C’è soprattutto, da qualche tempo, una più intensa attività di contrasto del fenomeno e c’è anche un’accresciuta volontà di punire i responsabili, di punirli, diversamente dal passato, anche in ragione della finalità anti sociale del loro operato. Le riprove sono numerose. C’è l’intensificata attività dell’Ordine dei Giornalisti e della FNSI in soccorso dei giornalisti sotto tipo e, da ultimo. Ci sono i provvedimenti giudiziari senza precedenti adottati dopo l’aggressione di Ostia e le plateali minacce a Paolo Borrometi in Sicilia. Ci sono state le condanne al Processo Aemilia e a Roma agli aggressori di Federica Angeli. Ci sono, da ultimo, due sviluppi giudiziari di cui diamo conto qui di seguito: la contestazione del reato di interruzione di pubblico servizio all’aggressore di Nello Trocchia, e la condanna dell’autore delle minacce a Paolo Borrometi.

Certamente è frutto di un’iniziativa collettiva di vari soggetti che, nel tempo, si è fatta più forte ed è diventata più continuativa. Riteniamo che in questi sviluppi abbia influito, almeno un poco, anche il decennale monitoraggio oggettivo del fenomeno svolto da Ossigeno e l’attività informativa di questo Osservatorio, che ha fatto conoscere migliaia di episodi incontestabili, rimasti fuori da campo di osservazione dei media, ha fatto conoscere la dimensione enorme del fenomeno e la sua diffusione capillare in tutto il territorio nazionale, con picchi inimmaginabili a Roma e dintorni . Il monitoraggio ha fatto sapere (anche al Parlamento) che in materia di diffamazione a mezzo stampa la macchina della giustizia gira, quasi sempre, alla rovescia e in gran parte a vuoto.

Il monitoraggio dei fatti non è certo la soluzione del problema. Ma è certamente una base indispensabile per promuovere la consapevolezza del fenomeno e dimostrare la gravità delle conseguenze sociali che produce. Il monitoraggio ha dimostrato di essere il modo più convincente ed efficace per ottenere l’attenzione delle istituzioni, per produrre le conoscenze necessarie per assistere con tempestività e a ragion veduta chi subisce attacchi inammissibili e rischia l’isolamento. Il monitoraggio dei fatti è dunque la premessa per rompere il silenzio e affrontare il problema in tutte le sue implicazioni. Perciò Ossigeno continuerà a svolgerlo, nell’interesse generale, contando sull’aiuto disinteressato di quanti condividono questo spirito e questa esigenza.

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