Libertà di stampa

Lorusso (Fnsi): troppe aggressioni a giornalisti, è emergenza democratica

Il segretario del sindacato unitario dei cronisti denuncia una situazione insostenibile e annuncia una mobilitazione della categoria

ROMA, 22 APR 2018 – “Le aggressioni ai cronisti sono diventate una vera e propria emergenza democratica. Più passano i giorni, più la lista delle vittime si allunga. Come se picchiare chi fa domande fosse uno sport nazionale”. Così il segretario della Federazione nazionale della stampa italiana Raffaele Lorusso in un editoriale per Articolo 21.

“C’è un problema di incolumità personale, quella dei Giornalisti, ma anche e soprattutto un problema di democrazia – sottolinea -. L’attacco ai corpi intermedi, a tutto ciò che può creare informazione, consenso, confronto, dibattito, in una parola crescita dell’opinione pubblica, fa sì che la stampa e i Giornalisti in primis siano diventati il nemico da abbattere per quanti, per esempio, pensano di rivestire incarichi pubblici o svolgere attività di pubblico servizio senza dover rendere conto a nessuno. E’ una deriva pericolosa per la democrazia, che va contrastata con ogni mezzo. Nessuno deve pensare di mettere il bavaglio all’informazione colpendo fisicamente i Giornalisti. Il problema riguarda la categoria, chiamata ad una reazione senza precedenti, ma anche e soprattutto le istituzioni democratiche, che devono garantire il ruolo dell’informazione e il diritto dei cittadini ad essere informati, in attuazione dell’articolo 21 della Costituzione”.

“Per questo, la FNSI, insieme con gli altri enti della categoria – conclude Lorusso – si è rivolta al presidente della Repubblica e ai presidenti delle Camere e promuoverà due manifestazioni nazionali, una al Nord l’altra al Sud. Intanto, i temi del lavoro saranno al centro della Giornata organizzata il primo maggio dalla Fnsi e dal Sindacato dei Giornalisti della Calabria, a Reggio Calabria, mentre il 2 maggio, alla vigilia della Giornata mondiale della libertà di stampa, saranno ricordati a Roma i cronisti vittime delle mafie e di atti di violenza”.

(ANSA)


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