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Mafia. Massimo Giletti sotto scorta per le minacce del boss Graviano

Furono intercettate il 10 maggio. La protezione decisa a fine luglio 2020. Il giornalista non era stato informato

Dalla fine di luglio 2020 la Prefettura di Roma, su imput del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria (DAP) e su segnalazione della Direzione Nazionale Antimafia, ha assegnato una scorta armata al giornalista televisivo Massimo Giletti, ritenuto a rischio per le espressioni minacciose pronunciate in carcere contro di lui, il 10 maggio 2020, dal boss mafioso Filippo Graviano e intercettate dagli inquirenti. (Vedi)

Graviano aveva commentato con quelle parole le puntate in cui Massimo Giletti criticava apertamente il decreto del governo che aveva consemtito a 300 mafiosi dilasciare il carcere per ragioni sanitarie.

Il conduttore del programma settimanale “Non è l’Arena”, trasmesso ogni domenica in prima serata sulla rete La7, ha commentato: “Sono molto dispiaciuto e non posso dire molto. È obbligatorio, non posso sottrarmi”. “Non mi pare proprio normale – ha aggiunto in un’intervista al Corriere.it – che io non ne abbia saputo nulla (per due mesi, ndr). In questa storia quello che pesa è per l’ennesima volta il silenzio delle istituzioni competenti”. (Fonte Ansa)

ASP

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