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Questo articolo è disponibile anche in: Inglese

Memoria

Fin dalla sua fondazione Ossigeno per l’informazione promuove il tema della memoria dei giornalisti uccisi a causa del loro lavoro con l’obiettivo di tramandare le loro storie e di porre l’attenzione sui rischi che i cronisti che cercano la verità devono affrontare, ieri come oggi.

Leggi  Giornalisti. Come ricordare i morti e proteggere i vivi

IL PANNELLO DELLA MEMORIA

Ossigeno per l’Informazione ha inserito in un grande pannello murale i volti e i nomi dei giornalisti italiani uccisi a causa del loro lavoro. Il collage è incorniciato dalla scritta “Cercavano la verità, 30 nomi una sola storia”. Scorrendo i volti dei 30 giornalisti raffigurati, si scorrono idealmente le vicende di un’Italia segnata dal terrorismo, dalla lotta alla mafia e alla camorra, dalle guerre oltreconfine degli anni 90, fino ai conflitti più recenti del Medioriente.

Le foto sono quelle dei nove giornalisti uccisi dalla mafia, dei due uccisi dai terroristi, dei 19 uccisi durante missioni di lavoro all’estero in zone di guerra. Il pannello è stato realizzato in occasione della Giornata mondiale per la Libertà di Stampa del 3 maggio, indetta dall’Unesco, e celebrata ogni a Roma da Ossigeno per l’Informazione. Dal 2016 è stato consegnato alle più alte istituzioni italiane, alle scuole, università, enti locali e sindacati. Dal 2020, ai 28 volti e ai 28 nomi già presenti, si sono aggiunti quelli di Fabio Polenghi, un fotografo ucciso a Bangkok durante uno scontro tra l’esercito e i manifestanti antigovernativi, e quello di Marcello Palmisano, giornalista Rai morto a Modagiscio.

Il Pannello ha lo scopo di tenere vivo, nel modo più semplice ed espressivo, il ricordo dei giornalisti uccisi e il loro sacrificio. Si pone inoltre l’obiettivo di far comprendere che la libertà di stampa e di informazione sono un bene pubblico, nell’interesse dei cittadini e, proprio per questo, hanno nemici potenti che cercano di piegarle, senza scrupoli, usando violenza; arrivando persino a togliere la vita a chi racconta fatti di pubblico interesse che disturbano il potere.

Vedi il PANNELLO e scopri come richiederlo qui.

I GIORNALISTI UCCISI

Cosimo Cristina, Mauro de Mauro, Giovanni Spampinato, Giuseppe Impastato, Mario Francese, Giuseppe Fava, Mauro Rostagno, Giuseppe Alfano, Giancarlo Siani, Carlo Casalegno, Walter Tobagi, Graziella De Palo, Italo Toni, Almerigo Grilz, Guido Puletti, Marco Luchetta con Alessandro Ota e Dario D’Angelo, Ilaria Alpi con Miran Hrovatin, Marcello Palmisano, Gabriel Gruener, Antonio Russo, Maria Grazia Cutuli, Raffaele Ciriello, Enzo Baldoni, Fabio Polenghi, Vittorio Arrigoni, Andrea Rocchelli e Simone Camilli. Sono trenta i nostri caduti per la libera informazione, uccisi dalle mafie, dal terrorismo e dai conflitti all’estero.

Le loro storie sono ricostruite nell’archivio online ad accesso libero “Cercavano la verità” (qui), creato da Ossigeno per l’Informazione nel maggio 2020 per rendere facilmente accessibili le informazioni su ognuno di loro, sulla loro vita, sulle loro pubblicazioni, sul tormentato percorso della giustizia per individuare e punire i responsabili della loro morte.

“Cercavano la verità” è uno strumento al servizio della memoria collettiva affinchè non siano dispersi col tempo la vita e la testimonianza civile di chi ha sacrificato la propria vita per onorare il diritto-dovere di informare. Raccontando una per una trenta storie individuali, “Cercavano la verità” racconta una sola storia: quella di giornalisti accumunati da una smisurata passione per la professione giornalistica e da un impegno civile per la ricerca della verità.

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