Il cronista Cosimo Cristina fu ucciso 65 anni fa. Svelava la mafia a Termini Imerese
Sarà ricordato da Ossigeno a Roma il 5 maggio insieme a Roberto Leone e Francesca La Mantia – La storia del cronista su www.giornalistiuccisi.it
OSSIGENO 3 Maggio 2025 – Il giornalista siciliano Cosimo Cristina aveva 25 anni quando fu ucciso, sessantacinque anni fa, a Termini Imerese, in provincia di Palermo. Quel giorno sparì dalla circolazione. Il suo corpo fu ritrovato sui binari della ferrovia, da assassini rimasti ignoti che simulando il suicidio per nascondere un’esecuzione mafiosa.
Nella cronologia dei cronisti italiani uccisi perché cercavano di pubblicare verità scomode, compilata da Ossigeno e illustrata nel Pannello in loro memoria (vedi) è il primo della lunga lista. Lui e gli altri saranno ricordati a Roma, alla Casa del Jazz, lunedì 5 maggio nel corso del convegno “Come soccorrere i giornalisti minacciati e querelati” indetto per celebrare la Giornata mondiale per la libertà di stampa (World Press Freedom Day).
Cosimo Cristina, che nei suoi articoli si firmava Co.Cri, scomparve il 3 maggio 1960. Per due giorni i suoi familiari lo cercarono senza riuscire a trovare alcuna sua traccia. Solo il 5 maggio il suo corpo senza vita fu ritrovato poco lontano dal paese, sfracellato, sui binari della ferrovia, fra le stazioni di Termini Imerese e Trabia. Il caso fu frettolosamente catalogato come un suicidio e l’inchiesta giudiziaria fu archiviata. Cosimo Cristina, invece, fu rapito e ucciso, simulando che si fosse suicidato. Fu ucciso perché raccontava gli sporchi affari della mafia del suo territorio e lo faceva dicendo i loro nomi e cognomi.
CHI ERA – Cosimo Cristina, a25 anni, era già un cronista affermato. Era corrispondente di alcuni giornali regionali e nazionali (Il Gazzettino di Venezia, l’agenzia Ansa, fra gli altri). Ma aveva bisogno di un suo giornale per pubblicare alcune notizie scomode su ciò che accadeva nella sua città, notizie che altri rifiutavano di pubblicare dicendogli “ma sei sicuro di quello che scrivi?”. Lui ne era sicuro e per pubblicare quelle notizie fondò il periodico “Prospettive Siciliane”. Su quelle pagine, pubblicò articoli scritti “senza peli sulla lingua” – come egli stesso li definì nel suo primo editoriale – per raccontare la trasformazione in corso della mafia locale, da malavita insediata nell’agricoltura e attività imprenditoriale dedita al traffico di stupefacenti. Per quegli articoli subì minacce e l’isolamento.
LA MEMORIA – Il ricordo di questo cronista coraggioso si perse per molti anni dopo la sua scomparsa. Ci volle più di un decennio perché la sua storia e la sua attività giornalistica tornassero alla luce, grazie all’impegno di vari giornalisti, fra i quali Mario Francese e dopo di lui Luciano Mirone, autore del saggio “Gli insabbiati. Storie di giornalisti uccisi dalla mafia e sepolti dall’indifferenza” (Castelvecchi, 2008) e Alfonso Lo Cascio, direttore di Esperonews.
Ossigeno per l’informazione dal 2014 ha inserito il volto e il nome di Cosimo Cristina nel suo Pannello della Memoria (vedi) e, dal 2020, racconta la sua storia sul sito Ossigeno-Cercavano la verità www.giornalistiuccisi.it, che raccoglie documenti e testimonianze sui giornalisti uccisi in italia e nel mondo a causa del loro lavoro.
Il 5 maggio a Roma, alla Casa del Jazz, Ossigeno condividerà in video la testimonianza della giornalista Francesca La Mantia, autrice del libro “Un uomo senza paura. D’Artagnan, il primo giornalista «suicidato» dalla mafia” (La Corte Editore, 2023). Il ricordo è inserito nel panel sulla memoria in collegamento con Roberto Leone (Assostampa Sicilia) e Claudia Brunetto (gruppo cronisti siciliani) che in Sicilia promuovono la settimana della libertà di stampa (leggi). GPA
Leggi la storia di Cosimo Cristina su Ossigeno-Cercavano la verità
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