Questo episodio rientra tra le violazioni verificate da Ossigeno per l'Informazione

Violazioni verificate

Minacce anonime a Scalfari e Verdelli

Plichi anonimi sospetti e un allarme bomba a La Repubblica. Minacce al fondatore e al direttore del quotidiano. La magistratura indaga

A febbraio 2020 la Procura della Repubblica di Roma ha avviato un’indagine in relazione alle minacce recapitate nelle ultime settimane, con alcune lettere inviate da falsi indirizzi e una telefonata anonima, al quotidiano La Repubblica  per minacciare il giornale e in particolare due giornalisti: il fondatore del giornale, Eugenio Scalfari, e il direttore Carlo Verdelli. Il procedimento è coordinato dal sostituto procuratore Sergio Colaiocco che ha affidato le indagini alla Digos. Si procede contro ignoti per il reato di minacce e per procurato allarme in relazione alla telefonata anonima che il 15 gennaio 2010 ha annunciato falsamente la presenza di una bomba nella sede della redazione. All’attenzione degli investigatori ci sono sei buste sospette spedite, in alcuni casi, da indirizzi esteri.

SOLIDARIETA’ – Il Comitato di Redazione, l’organo di rappresentanza sindacale del quotidiano, ha preso posizione contro “l’escalation di minacce e intimidazioni che hanno come bersaglio Repubblica e i suoi giornalisti” e ha espresso solidarietà al direttore Carlo Verdelli e al fondatore Eugenio Scalfari e ha chiesto il sostegno dei lettori (Vedi).
Anche Ossigeno e la FNSI hanno espresso solidarietà ai giornalisti.

I FATTI – Tra domenica 2 e martedì 4 febbraio artificieri, carabinieri e unità NBCR dei Vigili del fuoco sono intervenuti tre volte presso la redazione centrale di Roma del quotidiano la Repubblica evacuando temporaneamente alcuni locali in seguito al recapito di alcuni plichi sospetti destinati al fondatore Eugenio Scalfari. Quattro delle sei missive sono state recapitate domenica 2 febbraio all’ufficio di smistamento postale della redazione: tre avevano mittenti tedeschi falsi, la quarta proveniva dal Regno Unito.
Lunedì 3 febbraio è stata recapitata la quinta lettera, spedita da un ufficio postale francese. La sesta è arrivata martedì 4 febbraio da un mittente di Amburgo. In tutte le buste sono stati rinvenuti “materiali organici” non ben identificati.
ASP

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