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“Mo te sparo ‘n testa”. Condannato l’uomo che nel 2013 minacciò Federica Angeli

Armando Spada voleva costringerla a cancellare un video che la giornalista aveva registrato a Ostia all’interno dello stabilimento balneare Orsa Maggiore

Il 30 novembre 2020 Armando Spada è stato condannato dal tribunale di Roma a un anno di reclusione per violenza privata nei confronti della giornalista Federica Angeli, redattrice del quotidiano La Repubblica che, a maggio del 2013, per incarico del suo giornale, insieme a due video operatori dotati di telecamere, si recò nello stabilimento balneare di Ostia “Orsa Maggiore” per svolgere un’inchiesta sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione delle concessioni balneari: All’interno dello stabilimento aveva trovato Armando Spada, e gli aveva rivolto alcune domande. Armando Spada si era arrabbiato e aveva preteso che fosse cancellata la registrazione del video effettuata. Di fronte al rifiuto, minacciò gli operatori e in particolare  la giornalista con queste parole, “Mo’ te sparo in testa”. Armando Spada aveva trattenuto lei e gli operatore all’interno dello stabilimento, contro la loro volontà, finché non aveva ottenuto ciò che voleva. In realtà gli operatori finsero di cancellare la registrazione e il video rimase in loro possesso. Quel video, in cui è registrata anche la minaccia, fu consegnato da Federica Angeli alle forze dell’ordine quando denunciò l’accaduto. Leggi l’articolo che Ossigeno pubblicò nel 2014 rivelando per primo ciò che era accaduto e il fatto che la giornalista era da un anno sotto scorta

L’avv. Giulio Vasaturo, difensore di fiducia della giornalista, ha espresso soddisfazione per l’esito del processo, sottolineando che per avere la sentenza e il fatto che il percorso giudiziario è stato “particolarmente tormentato”.

In questi sette anni Federica Angeli ha vissuto sotto scorta permanente, è stata l bersaglio di altre minacce e intimidazioni, ha subito offese e denigrazioni. Tutto per avere svelato, per prima, con gli strumenti del giornalismo, quando nessuno voleva crederci, che a Ostia, la città alle porte di Roma in cui lei stessa viveva con la sua famiglia, alcuni clan criminali in combutta con alcuni amministratori, avevano instaurato un clima di intimidazione e di prepotenza. Federica Angeli ha resistito a testa alta alle intimidazioni rivolte a lei e ai suoi familiari (anch’essi posti sotto la protezione delle forze dell’ordine) per indurla a desistere. Ha dato prova di coraggio, di professionalità giornalistica e di impegno civile.

Poche settimane dopo quella violenza di Armando Spada, fu testimone oculare di un tentato omicidio eseguito proprio davanti alla sua abitazione. Scrisse subito sul suo giornale ciò che aveva visto e rese alle forze dell’ordine una dettagliata testimonianza . Negli anni successivi ha confermato ciò che aveva visto testimoniando nei processi a carico dei protagonisti di quello scontro.

ASP

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