Memoria

Ossigeno e Casa del Jazz dedicano un concerto a Ilaria Alpi

OSSIGENO 21 marzo 2024 –  Con queste parole, mercoledì sera 20 marzo, il direttore della Casa del Jazz di Roma, Luciano Linzi, anche a nome di Ossigeno per l’Informazione, ha dedicato il concerto del Marco Bardoscia Trio” vedi alla memoria della giornalista Ilaria Alpi e del video operatore Miran Hrovatin, uccisi in Somalia trenta anni fa.

La Casa del Jazz dedica questo concerto alla memoria della giornalista Ilaria Alpi e del video operatore Milan Hrovatin, per ricordare il 30° anniversario della loro tragica fine: un duplice assassinio che è ancora senza colpevoli, nonostante siano stati celebrati lunghi processi per individuare e punire esecutori e mandanti.

L’anniversario cade oggi 20 marzo. Faccio questa breve dedica condividendo la proposta dell’associazione Ossigeno per l’Informazione, che ha sede proprio qui alla Casa del Jazz, opera per ricordare a tutti che questo è un bene confiscato alle mafie e difende il diritto di informazione coltivando la memoria dei molti giornalisti italiani uccisi per il loro lavoro.

In questi anni, insieme a noi, Ossigeno ha ricordato, proprio in questa sala, la vicenda di questa giornalista. Lo ha fatto con incontri pubblici, testimonianze e convegni ai quali hanno partecipato centinaia di giornalisti e studenti.

La celebrazione ufficiale della ricorrenza c’è stata oggi presso la Biblioteca Centrale Nazionale, a cura dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti.

Ma Ossigeno e la Casa del Jazz vogliono contribuire lo stesso al ricordo di questa valorosa giornalista e del video operatore che insieme a lei compì quella tragica missione, a Mogadiscio nel 1994, in una drammatica fase seguita alla caduta del regime di Siad Barre, mentre il paese era conteso con le armi dai signori della guerra.

Ilaria e il suo operatore non si limitarono a registrare le cerimonie ufficiali delle truppe della missione militare dell’Onu che si preparavano a lasciare il paese. Cercarono e trovarono in Somalia gli indizi di un grande traffico illecito di armi e di smaltimento di rifiuti tossici che portava fino in Italia. Ma non poterono portare a termine il compito di documentare lo scandalo e di rendere nota quella scomoda verità. Furono uccisi, messi a tacere come in questi anni sono stati uccisi altri giornalisti italiani, almeno 30, uccisi in Italia e all’estero per ragioni analoghe, come ricorda il Pannello in loro memoria apposto da Ossigeno all’ingresso di questa nostra sede, che li effigia ed elenca i loro nomi per ricordare a tutti quanto sia difficile e rischioso fare giornalismo di cronaca, di inchiesta per rendere note notizie scomode importanti per noi cittadini ma che il potere, i potenti, i criminali vogliono mantenere segrete a ogni costo, negando così una libertà che è essenziale non solo per il giornalismo ma anche è soprattutto per ogni artista: la libertà di espressione.  ASP

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