Polizia-Giornalisti Codice di condotta – Il testo

Il testo del documento realizzato da ECPMF, Ossigeno, EFJ, Index, OBCT e SEEMO, presentato il 4 dicembre 2019 (vedi ) per realizzare condizioni di lavoro fra forze dell’ordine e giornalisti

CODICE DI CONDOTTA SULLA LIBERTÀ DI STAMPA PER LA POLIZIA

Il rapporto tra giornalisti e polizia non è mai stato semplice: ogni anno, mentre per il loro lavoro si occupano di eventi pubblici o di argomenti di pubblico interesse, centinaia di giornalisti europei subiscono attacchi violenti, minacce e sanzioni arbitrarie da parte delle forze di polizia. Le principali aree di conflitto tra le due professioni messe in luce da alcune ricerche sono state la base per produrre queste linee guida. Di seguito, ecco le otto regole fondamentali che la polizia deve rispettare nei rapporti con i giornalisti, secondo quanto sviluppato dalle analisi della ricerca. Queste regole intendono orientare le decisioni individuali degli appartenenti alla polizia e puntano ad aumentare la consapevolezza delle violazioni della libertà di stampa che possono essere commesse dalla polizia e dalle forze dell’ordine. 

1. Qualsiasi tipo di violenza da parte del personale di polizia ai danni di giornalisti è inaccettabile. 

2.  I giornalisti hanno il diritto di raccogliere informazioni e la polizia deve proteggerli da ogni forma di interferenza illegale, specialmente durante le manifestazioni pubbliche.

3.  Si deve riconoscere ai giornalisti il diritto di identificare il singolo agente di polizia e di documentare e riferire il lavoro delle forze dell’ordine.

4. Alla polizia non è permesso cancellare filmati né confiscare l’attrezzatura di un giornalista, senza un adeguato mandato.

5. I giornalisti non devono essere criminalizzati, discriminati, né inseriti in alcuna lista nera per le loro presunte opinioni politiche.

6. I giornalisti non devono essere sorvegliati dalla polizia.

7.  Se la polizia ferisce, minaccia o molesta i giornalisti, tali azioni devono essere condannate, indagate e rese pubbliche da investigatori indipendenti.

8. Il personale della polizia deve avere un’adeguata formazione, regolarmente aggiornata, sui diritti dei giornalisti.

Riassunto delle aree di conflitto in Europa.

1.  Qualsiasi tipo di violenza da parte del personale di polizia ai danni di giornalisti è inaccettabile.

Le segnalazioni sono numerose. Questa è una selezione dei casi aperti: ad agosto del 2018, diversi giornalisti sono stati feriti dalla polizia in Romania; per esempio: un corrispondente di Deutsche Welle è stato aggredito con scudi e manganelli durante alcune manifestazioni contro il governo. Una troupe televisiva di Austrian TV channel ORF è stata violentemente e intenzionalmente aggredita. Quest’anno, in Francia, diversi giornalisti e fotografi sono stati aggrediti durante alcune proteste contro il governo. Due di loro sono rimasti con lesioni gravi, inclusa una clavicola rotta dopo una manganellata e un’ustione di secondo grado causata da gas lacrimogeni. A dicembre 2018, un reporter in Bosnia-Erzegovina è stato aggredito mentre stava realizzando un servizio durante una manifestazione. Negli ultimi anni, si sono verificati dei violenti attacchi contro i giornalisti in ogni parte d’Europa, dalla Spagna alla Grecia, dalla Svezia all’Inghilterra. 

2. I giornalisti hanno il diritto di raccogliere informazioni e la polizia deve proteggerli da ogni forma di interferenza illegale, specialmente durante le manifestazioni pubbliche.

La mancanza di protezione da parte della polizia ha consentito che dozzine di giornalisti venissero feriti e minacciati gravemente dagli estremisti politici. Un esempio recente lo si trova nelle manifestazioni della destra nella città tedesca di Chemnitz, a settembre 2018, dove ECPMF ha registrato nove aggressioni fisiche ai giornalisti in un luogo della manifestazione. Questi attacchi sono un indice del fallimento della protezione della polizia. La gravità dell’accaduto è stata ribadita dal Presidente della conferenza congiunta della federazione interna dei Ministri della Germania, il quale ha evidenziato la necessità che la polizia rispetti e protegga i diritti dei giornalisti. Le aggressioni a sfondo politico non avvengono solo in Germania, né soltanto nei luoghi dove si svolgono manifestazioni di protesta. Aggressioni simili ad esempio, sono state osservate in Grecia, dove gli affiliati del movimento Alba Dorata hanno ripetutamente aggredito i giornalisti. La Convenzione Europea sui Diritti Umani attribuisce ai giornalisti il diritto a raccogliere informazioni e in tal modo li protegge. 

3. Si deve riconoscere ai giornalisti il diritto di identificare il singolo agente di polizia e di documentare e riferire il lavoro delle forze dell’ordine.

In caso di attacchi o minacce ai giornalisti, la persona aggredita, puntualmente non riesce ad identificare gli aggressori, dato che le forze di polizia spesso si astengono dall’indossare distintivi individuali di riconoscimento. Unito al basso livello di motivazione da parte del personale di polizia a testimoniare contro i propri colleghi, il fatto che in molti Paesi il personale di polizia non possa essere identificata, impedisce un’indagine approfondita sugli incidenti. Le autorità statali devono riconoscere che i giornalisti hanno il diritto di documentare e riferire la condotta della polizia. Una nuova legge sulla sicurezza in Spagna mette in pericolo questo diritto: con l’attuazione delle cosiddette “leggi bavaglio“, i cittadini possono essere sanzionati per aver fotografato ed identificato ufficiali di polizia senza un’autorizzazione giuridica. 

4. Alla polizia non è permesso cancellare filmati né confiscare l’attrezzatura di un giornalista, senza un adeguato mandato.

La polizia sequestra spesso le riprese e le attrezzature dei giornalisti o impedisce ai giornalisti di riportare alcuni episodi o di avere accesso ai luoghi delle manifestazioni e altri eventi. Questo spesso capita a causa della mancanza di conoscenza da parte della polizia dei limiti legali dei loro doveri. È ciò che è successo durante un caso recente, quando l’attrezzatura di un giornalista investigativo in Essex, UK, è stata sequestrata, e a Monaco, Germania, le riprese di un giornalista sono state arbitrariamente cancellate. In alcuni casi si tratta anche di un atto di intimidazione politica. Pertanto, è importante continuare ad informare le forze di polizia sul fatto che esse non hanno alcun legittimo potere di decidere sulla legittimità del materiale registrato, né di recarsi nelle redazioni senza un mandato. Per tali azioni c’è sempre la necessità che un tribunale esamini il caso specifico.   

5. I giornalisti non devono essere criminalizzati, discriminati, né inseriti in alcuna lista nera per le loro presunte opinioni politiche.

Trentadue giornalisti, dopo che i loro  accrediti al summit del G20 ad Amburgo a luglio 2017 – sono stati revocati per “problemi di sicurezza“- sono stati esposti a molestie professionali, basate sul presupposto che quei singoli giornalisti avessero una certa idea politica. Gli asseriti “problemi di sicurezza” sono stati stabiliti sulla base delle cronache pubblicate dai giornalisti, prendendo in esame anche vecchie indagini su di loro concluse e non cancellate dagli archivi come era dovuto. 

6.  I giornalisti non devono essere sorvegliati dalla polizia.

I giornalisti e le loro fonti sono divenuti oggetto di misure di sorveglianza da parte della polizia. Sia che ciò avvenga di proposito o mentre le autorità di sicurezza indagano su una parte terza, come in Irlanda o in Germania, ciò rappresenta una grave minaccia alla libertà di stampa, perché mette in pericolo la riservatezza delle fonti dei giornalisti e potrebbe avere un effetto dissuasivo. 

7.  Se la polizia ferisce, minaccia o molesta i giornalisti, tali azioni devono essere condannate, indagate e rese pubbliche da investigatori indipendenti.

Le forze di polizia spesso sono state usate dalle autorità statali o da parte di politici, per intimidire i giornalisti che hanno riferito notizie critiche su di essi. Casi recenti sono stati riferiti dalla Serbia, Bulgaria e Repubblica Ceca, dove i giornalisti sono stati arrestati o interrogati senza legittimità ufficiale, rifiutando loro i propri diritti basici di difesa. Un rapporto del Consiglio d’Europa (CoE) del 2016 ha indicato che l’intimidazione da parte della polizia è tra le forme più comuni di interferenza con il lavoro dei giornalisti. Se casi simili di intimidazione avvengono a livello nazionale o anche a livello internazionale, investigatori dipendenti da un’autorità terza, una ONG o un’organizzazione transnazionale devono procedere immediatamente agli accertamenti, e i risultati dell’indagine devono essere pubblicati in modo esteso per informare il pubblico.

Un modello per una collaborazione rispettosa potrebbe essere l’Accordo Olandese del Gruppo Direttivo sulle Aggressioni e la violenza contro i giornalisti. Come è risultato da un dialogo tra la magistratura, la polizia, la Società Olandese dei Caporedattori e l’Associazione Olandese dei Giornalisti, è stata sottolineata l’importanza di proteggere le fonti dei giornalisti e si è stabilito che il pubblico ministero svilupperà attivamente corsi di formazione e linee guida per accrescere questa consapevolezza nei loro uffici. 

8.  Il personale della polizia deve ricevere un’adeguata formazione, regolarmente aggiornata, sui diritti dei giornalisti.

Recentemente alcuni giornalisti sono stati arrestati o è stato impedito loro di lavorare, da parte delle forze di polizia, dopo che dei privati hanno denunciato un abuso dei loro diritti personali o del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, in un evidente tentativo di interferire con l’informazione. Poiché le leggi e le normative vengono costantemente riviste, diventa cruciale, ai fini della protezione della libertà di stampa, che il personale di polizia abbia una conoscenza aggiornata sui diritti dei giornalisti. Questo è il motivo per cui un processo sistematico di educazione sulle leggi che riguardano i media e gli argomenti affini è essenziale per le forze di polizia. 

(traduzione di Marta Ramadori)

Leggi il testo in inglese 

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