Questo episodio rientra tra le violazioni verificate da Ossigeno per l'Informazione

Violazioni verificate

Roma. Proiettile 357 Magnum a un cronista di Lapresse

Non è la prima minaccia, non mi lascio intimorire, andrò avanti perché questo è il mio lavoro, dice Emilio Orlando

OSSIGENO 1 Dicembre 2023 – Si chiama Emilio Orlando, ha 49 anni, è uno dei più noti cronisti di nera di Roma, lavora per l’agenzia di stampa Lapresse il destinatario della minaccia di morte formulata con una lettera anonima con proiettile inviata alla sede del Sindacato Cronisti Romani, probabilmente perché fino al 2019 ne è stato il presidente.

“Di sicuro non mi lascio intimorire e neanche fermare da una lettera minacciosa e da un proiettile. Andrò avanti con le mie inchieste perché questo è il mio lavoro e questo è il mio dovere”, ha dichiarato Emilio Orlando a Ossigeno.

LA LETTERA ANONIMA – “Questo è uno dei 6 che ficchiamo in testa al giornalista bastardo Orlando pezzo di m…”. Queste le poche parole sgrammaticate scritte sul foglio infilato in una busta anonima gialla plastificata contenente un proiettile calibro 357 Magnum. La busta è indirizzata al Sindacato Cronisti Romani presso la FNSI, al vecchio indirizzo di Roma, Corso Vittorio Emanuele. Ma è stata aperta nella nuova sede di via delle Botteghe Oscure. Non si riesce a stabilire quando effettivamente sia stata consegnata. Il plico è stato trovato fra la posta che si è accumulata in giacenza in seguito alla chiusura degli uffici per il trasloco.

Ad aprire la busta è stato il presidente del Sindacato Cronisti Romani, Fabrizio Peronaci, che immediatamente ha informato Emilio Orlando, il cronista di 49 anni cui è rivolta l’intimidazione, e ha presentato  denuncia a sommaria informazione alla Digos.

EMILIO ORLANDO è un cronista di nera e giudiziaria dell’agenzia di stampa La Presse, e ha collaborato con Repubblica, Leggo, Fanpage e altre testate. In passato è stato presidente dei Cronisti romani. Le sue decennali inchieste sulla cronaca nera e la criminalità comune e organizzata capitolina, con i relativi risvolti giudiziari, hanno a volte dato il via a indagini della Procura e contribuito ad approfondire la conoscenza di vicende e dinamiche malavitose e le diramazioni dei clan operanti a Roma, fino a toccare il litorale di Anzio e Nettuno e la provincia di Latina. Inchieste pesanti, svolte in quartieri difficili come Tor Bella Monaca, Primavalle, Tiburtino Terzo, il Quarticciolo, con particolare attenzione a San Basilio. Luoghi dove il peso della criminalità comune e di quella organizzata trapiantata a Roma si sente di più, e condiziona la vita dei residenti.

IL CRONISTA – “La lettera con proiettile mi ha destabilizzato, non lo nego – racconta Emilio Orlando a Ossigeno -, ma non è la prima volta che vengo minacciato per il mio lavoro. In dieci anni di inchieste nei quartieri romani di periferia in mano alla criminalità comune e organizzata sul narcotraffico e altri loschi affari, ho subito aggressioni, intimidazioni e minacce fisiche e verbali. Ho sempre reagito presentando formale denuncia, così come ho fatto in questa occasione. Mi è capitato anche mentre facevo servizi in compagnia delle forze dell’ordine. Per me non è facile collegare questo ultimo fatto a una mia inchiesta in particolare, visto che non si ha certezza di quando sia arrivata questa busta. Io scrivo sempre di argomenti che possono fare arrabbiare persone violente e perciò sono a rischio più di altri miei colleghi, quelli che lavorano sottotraccia. Io mi espongo pubblicamente. Organizzo eventi pubblici per la legalità, vi partecipo, parlo di questi problemi in tv e sui social. Di sicuro non mi lascio intimorire e neanche fermare da una lettera minacciosa e da un proiettile. Andrò avanti con le mie inchieste perché questo è il mio lavoro e questo è il mio dovere”.

IL SINDACATO – “L’invio di questo plico conferma un fenomeno che già conosciamo e che ci procura molto allarme –, gli fa eco Fabrizio Peronaci, presidente del Sindacato cronisti romani, che ha aperto materialmente la busta col proiettile. “Le minacce ai cronisti sono sempre più frequenti e l’unico modo per contrastarle è uscire allo scoperto, non farsi intimidire. Abbiamo subito presentato denuncia alla Digos e aspettiamo gli sviluppi. Denunciare pubblicamente e alle autorità significa difendere chi è bersaglio delle minacce e insieme tutta la categoria. La pressione intimidatoria contro cronisti che svolgono bene il proprio mestiere è in crescita, come documenta Ossigeno. Questi attacchi vanno respinti con l’arma della trasparenza, del coraggio e della fermezza. Soprattutto c’è bisogno di una presa d’atto della situazione a livello politico e istituzionale. Il lavoro dei cronisti va difeso, perché è fondamentale per gli equilibri democratici. Come Sindacato diamo piena solidarietà al collega e diciamo anche che la libera informazione non si farà condizionare. Continuerà a svolgere il proprio lavoro in ossequio a quanto previsto dall’articolo 21 della Costituzione”, conclude Peronaci.

OSSIGENO per l’informazione esprime la propria solidarietà a Emilio Orlando per la grave intimidazione nei suoi confronti e si augura che questo ennesimo campanello d’allarme suoni come una sveglia nella città e nella regione che nonostante abbia il primato indiscusso di giornalisti minacciati (1.097 dal 2012 a oggi, 78 nei primi dieci mesi del 2023) non affronta ancora il problema con piena consapevolezza e misure commisurate, per proteggere e far sentire al sicuro chi fa correttamente e con coraggio il proprio lavoro e per rendere tutti partecipi delle condizioni di rischio in cui si svolge il lavoro di molti cronisti.

NEL LAZIO da gennaio al 31 Ottobre 2023 Ossigeno ha segnalato minacce e intimidazioni nei confronti di 78 giornalisti e operatori dell’informazione. Dal 2012 ne ha segnalati 1.097. Il contatore dei giornalisti minacciati in Italia, avviato da Ossigeno nel 2006, il 31 ottobre 2023 ha raggiunto quota 6954. I nomi sono nella Tabella dei minacciati consultabile online. LT

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