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Minacce. Spadari, il Lazio ha un triste primato

Ha il primato italiano per numero di cronisti minacciati, ha detto la Presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti citando i dati rilevati da Ossigeno per l’Informazione. Gli altri temi dell’audizione in Consiglio regionale 

“Non posso fare a meno di denunciare anche in questa sede un triste primato detenuto nel Lazio, costituito dal numero dei giornalisti minacciati e di quelli sotto scorta: la nostra è la regione nella quale è stato accertato il maggior numero di attacchi a giornalisti e blogger e nella quale negli ultimi anni si è registrata una forte accentuazione di questo fenomeno”,  ha detto, il 21 settembre 2018, la presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, Paola Spadari, in una audizione a Roma, alla Commissione Vigilanza del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Davide Barillari (M5s).

“Nel periodo 2011-2017 – ha aggiunto, citando i dati pubblicati da Ossigeno per l’Informazione . – sono stati 623 i casi documentati in Lazio su un totale di 2602 nell’intero Paese con un’incidenza del 24%, aumentata progressivamente fino al 40% con 46 episodi su un totale di 117 casi dell’intero territorio nazionale nel 2017”.

Spadari ha ricordato che gli organismi di rappresentanza della categoria dei giornalisti che hanno portato all’attenzione delle istituzioni le difficili condizioni di colleghi minacciati, come Federica Angeli.

Altro fenomeno in crescita, ha detto, sono le liti temerarie che colpiscono i giornalisti non garantiti e  l’Ordine, insieme agli altri organismi della categoria, offre il proprio supporto a questi colleghi costituendosi parte civile nei processi penali.

Fra gli altri temi affrontati, la crisi occupazionale nel settore giornalistico che si ripercuote sulla qualità dell’informazione. Spadari ha introdotto il tema della crisi del settore che dura dal 2007, “determinata dal combinato disposto dell’avvento delle tecnologie digitali e delle ripercussioni della crisi economica”: 3500 giornalisti sacrificati negli ultimi cinque anni, 800 solo l’anno scorso, con una contemporanea riduzione dei salari, tra solidarietà e cassa integrazione, il trasferimento al Nord di realtà editoriali come Sky, i tagli nelle redazioni di quotidiani come Il Tempo, il Giornale, di agenzie come l’Ansa e Askanews, che hanno comportato, “non solo un sacrificio in termini occupazionali, ma rischia anche di ripercuotersi sulla qualità dell’informazione e sulle voci che compongono il delicato equilibrio del pluralismo”.

La presidente ha ricordato anche la necessità di completare la riforma della legge istitutiva dell’Ordine, risalente al 1963. “Seppure valida nei suoi principi – ha detto a tale proposito – la legge ha subito in questi anni un rinnovamento nella prassi. Ciò ha determinato una sostanziale apertura alle nuove figure che si stanno affacciando al panorama informativo che deve accogliere le nuove sfide e le opportunità del web, tenendo saldi i principi cardine del valore della funzione del giornalista e della deontologia che deve osservare”.

Nella discussione  sono intervenuti i consiglieri Rodolfo Lena (Pd) e Marta Bonafoni (Lista Zingaretti), oltre allo stesso presidente Barillari il quale ha preannunciato un’audizione ad hoc con l’associazione Ossigeno per l’informazione, proprio sul tema dei giornalisti minacciati, che rientra nella serie di approfondimenti della terza commissione.

In qualità di presidente della prima commissione, Lena ha ricordato che Federica Angeli è stata ascoltata nella passata legislatura, dichiarandosi disponibile ad una audizione congiunta.

La consigliera Bonafoni ha posto l’accento sul fatto che “l’aumento di giornalisti minacciati non è da mettersi in relazione solo a fenomeni legati alla criminalità organizzata, bensì anche a una rabbia sociale diffusa, che si abbatte sui cronisti che si occupano di dissipare, attraverso una corretta informazione, pregiudizi su fenomeni delicati come l’immigrazione”. (Fonte Ansa) ASP

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