Libertà di stampa

UE. Idee e proposte di Ossigeno per creare lo Scudo per la Democrazia in Europa

Questo articolo è disponibile anche in: Inglese

Creare in ogni paese centri di assistenza sul modello realizzato in Italia per assistere i giornalisti colpiti da minacce, intimidazioni e SLAPP

OSSIGENO – 30 maggio 2025 – La Commissione Europea ha avviato una consultazione su come progettare e costruire un efficace strumento di protezione della democrazia nei paesi dell’Unione, uno “Scudo per la Democrazia Europea” l’European Democracy Shield, una sorta di cupola, di Iron Dom legislativo con il quale difendere il proprio sistema fondato sullo stato di diritto, sempre più minacciato da progressive derive autoritarie.  

Il progetto prevede, fra l’altro, di garantire l’integrità dei processi elettorali, l’entrata a pieno regime dell’European Media Freedom Act (che impone regole precise e contrappesi anche all’informazione radiotelevisiva pubblica per impedire che i governi ne facciano uso come strumento di propaganda politica, come avviene anche in Italia) e di difendere l’indipendenza dell’informazione da ogni ingerenza e manipolazione esterna. Il progetto di Scudo prevede inoltre di proteggere e sostenere, meglio e più ampiamente, i media e i giornalisti, con misure aggiuntive a quelle (piuttosto limitate) previste dalla recente direttiva ANTI- SLAPPs dell’UE. 

Insieme ad altre organizzazioni europee non governative che difendono la libertà di stampa e l’attività giornalistica, Ossigeno per l’Informazione ha sottoscritto il documento A New European Shield for Democracy: How to Make it Work? proposto dalla European Partership for Democracy, (EPD) che rivolge alla Commissione Europea una serie di richieste per fare dello Scudo uno strumento più utile ed efficace proprio nel campo della libertà di informazione. 

Oltre a sottoscrivere questo documento, Ossigeno ha inviato alla Commissione un suo contributo specifico. Il punto di vista di ossigeno è riprodotto qui di seguito in forma estesa.  

LE IDEE DI OSSIGENO PER LO SCUDO EUROPEO

Anche nei paesi occidentali dell’Unione Europea le minacce, le intimidazioni e le SLAPP rivolte contro i giornalisti a scopo intimidatorio  sono impiegate largamente e sistematicamente da molti anni come bavagli e continuano a esserlo ampiamente. Lo hanno confermato i  dati su 516 manifestazioni di questo fenomeno in Italia nel 2024. Questi episodi sono documentati nell’ultimo Rapporto annuale di Ossigeno per l’Informazione  vedi Qui . Tenendo conto di questa situazione di fatto, le istituzioni europee dovrebbero introdurre, sostenere e incoraggiare nuove e più efficaci contromisure contro di esse, avviando azioni concrete per arginare questo fenomeno in continua crescita e aiutando concretamente coloro che ne sono vittime. 

Cosa fare? Occorrono certamente alcune importanti correzioni nella legislazione europea e degli stati nazionali, correzioni che quando saranno introdotte e saranno in vigore potranno eliminare le intimidazioni e le minacce. Ossigeno non si stanca di sollecitarle e sostiene tutti coloro che si battono per questo. Ma poiché richiedono tempo, queste correzioni legislative non sono il rimedio che serve adesso per aiutare tutti coloro che, senza alcuna colpa, subiscono questi atti censori, queste forme illegali di negazione del diritto di esprimersi e di diffondere informazioni di pubblico interesse. Dunque dobbiamo chiederci: cosa possiamo fare oggi, domani per salvare i naufraghi di questi incontenuti attacchi alla libertà di informazione, tutti coloro (molte migliaia ogni anno) che cadono in questo mare di minacce e intimidazioni e rischiano di annegare, se qualcuno non corre a salvarli adesso, mentre noi attendiamo le nuove leggi. Che cosa possiamo fare nell’Europa in cui vige lo stato di diritto per evitare che essi – giornalisti, blogger,  difensori dei diritti umani, cittadini colpiti perchè si esprimono liberamente –  soccombano a causa di attacchi ingiusti, sferrati in violazione dello norme sullo stato di diritto, da soggetti pubblici e privati che dispongono di forza economica e coercitiva superiore a quella dei giornalisti bersagliati dalle loro azioni legali strumentali e pretestuose? 

Ossigeno ritiene che per conseguire l’obiettivo di difendere questi giornalisti – soprattutto i freelance e i cronisti locali – occorre aiutarli concretamente e rapidamente, prima che subiscano gravi conseguenze, prima che si trovino nella condizione di non poter proseguire il loro lavoro. 

A questi giornalisti – soprattutto ai soggetti più deboli – occorre  fornire supporto immediato e aiuto concreto per rompere l’isolamento, e anche assistenza legale qualificata e senza costi a loro carico, per affrontare i processi in cui vengono coinvolti senza alcuna colpa. 

Questo nuovo approccio è necessario ed è possibile, attuando alcuni impegni che da tempo sono all’ordine del giorno ma non vengono attuati:

la creazione dei centri di assistenza nazionali auspicati da tutte le raccomandazioni che le organizzazioni multilaterali rivolgono da almeno un decennio ai governi nazionali dei paesi membri dell’UE. S

il coinvolgimento della società civile per creare centri indipendenti dal potere politico e dotati di operatori esperti, autonomi e competenti e di adeguate risorse, in grado di affiancare agli operatori specializzati altri operatori volontari

valorizzando come una buona bratica applicabile ad altri paesi l’esperienza della organizzazione non governativa italiana Ossigeno per l’informazione, che da oltre dieci anni realizza con successo una esperienza pilota di questo tipo di centro di assistenza nazionale, un’esperienza di cui periodicamente rende conto pubblicamente e che ha ottenuto molti apprezzamenti.

L’esperienza di Ossigeno costituisce una buona pratica collaudata e si avvale dei seguenti strumenti principali: 

  • il monitoraggio diretto delle minacce e delle intimidazioni 
  • la pubblicazione degli episodi rilevati, che avviene dopo averne certificato la veridicità nell’interesse delle vittime e in collaborazione con loro
  • l’assistenza legale gratuita fornita ai soggetti più deboli colpiti da SLAPP

MONITORAGGIO – Nel 2024 in Italia l’Osservatorio di Ossigeno ha rilevato direttamente e accertato 516 intimidazioni e minacce contro giornalisti, blogger e altri operatori dei media in Italia (264 confermate e 262 altamente probabili). Le intimidazioni sono state attuate per lo più con intimidazioni di varia natura (insulti, scritti offensivi, post sui social media), il 15% da criminali, il 21% dal mondo politico-istituzionale e il 25% dal mondo del calcio. Il 22% delle intimidazioni è stato condotto con cause legali infondate e altre azioni legali pretestuose (SLAPPS), metà delle quali provenienti da politici e pubbliche amministrazioni. Qui il rapporto completo in tre parti in inglese. I singoli casi sono documentati sulla versione italiana del sito https://www.ossigeno.info/. Il rapporto conferma un fenomeno endemico profondamente radicato, una malattia che colpisce un gran numero di individui e oscura molte notizie di interesse pubblico. Infatti, se molte informazioni giornalistiche circolano senza difficoltà in Italia, molte altre vengono oscurate a causa di intimidazioni, minacce e ritorsioni ingiustificate contro chi le pubblica. L’Italia, in base ai dati disponibili, è il Paese europeo con i giornalisti più minacciati, con il maggior numero di giornalisti sotto scorta della polizia o protetti dalle forze dell’ordine con altre forme. Ossigeno per l’Informazione ritiene però che questa minaccia strisciante e preoccupante alla libertà di stampa possa essere individuata anche in altre democrazie europee con l’utilizzo di strumenti investigativi simili.

SLAPP, secondo il rapporto di Ossigeno dà conto di132 episodi di intimidazione per via legale compiute negli ultimi tre anni in Italia a danno di 290 giornalisti, blogger, difensori dei diritti umani, opinionisti, episodi che si possono considerare SLAPP, ossia cause legali strumentali per impedire o scoraggiare la partecipazione pubblica, secondo la definizione utilizzata nella Direttiva ANTI Slapp dell’UE 2024/1069 approvata per contrastarle. Questi episodi non rientrano però nel campo di applicazione delle contromisure contemplate dalla recente Direttiva UE, che riguarda l’esigua percentuale di episodi che chiamano in causa almeno due diversi stati nazionali. La Direttiva non è stata ancora recepita in Italia e sarà troppo restrittiva anche quando sarà recepita. Infatti non copre le azioni legali di cui si abusa più frequentemente in Italia per intimidire i giornalisti: le azioni penali, in particolare le querele per diffamazione.

PUBBLICAZIONE DEGLI EPISODI –  Tutti gli episodi di intimidazione rilevati e certificati da OSSIGENO sono pubblicati con notizie  dettagliate sul magazine www.ossigeno.info e sui canali social e forniscono statistiche che indicano la natura specifica del fenomeno delle minacce e delle SLAPP e la sua evoluzione nel tempo. Le notizie danno visibilità alle vittime aiutandole a resistere

ASSISTENZA LEGALE – In otto anni lo Sportello Legale di Ossigeno per l’Informazione, in collaborazione con Media Defence, ha fornito gratuitamente assistenza legale a 93 giornalisti, blogger e difensore dei diritti che non disponevano delle risorse necessarie per difendersi in giudizio pagando un difensore di fiducia dotato di particolare competenza. Nei processi celebrati, i legali di Ossigeno hanno ottenuto sentenze favorevoli al 98% dei loro assistiti. E’ dunque provato che si può fornire con successo un servizio di questo tipo, che Ossigeno sta cercando di estendere creando una rete di sostegno, coinvolgendo esperti, consulenti e organizzazioni disposte ad aiutare i giornalisti che si cerca di mettere a tacere commettendo gravi ed evidenti violazioni della libertà di espressione, promuovendo azioni legali studiate proprio per mettere in difficoltà i giornalisti economicamente più deboli, quelli che operan in aree periferiche e non hanno il pieno sostegno del loro editore per affrontare queste situazioni. Una rete di questo tipo, se adeguatamente finanziata e supportata, può evitare che, insieme alla libertà dei singoli giornalisti, siano compromessi anche la libertà di informazione e il diritto dei cittadini a essere informati. LB

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