Questo episodio rientra tra le violazioni verificate da Ossigeno per l'Informazione

Violazioni verificate

A Pierelisa Rizzo un’altra querela dal prete a processo per pedofilia

Per avere scritto che nell’ultima udienza a porte chiuse è stato proiettato un video in cui è con un minorenne

OSSIGENO 14 settembre 2023 – A luglio 2023 don Giuseppe Rugolo, il sacerdote sotto processo a porte chiuse al tribunale di Enna per rispondere dell’accusa di violenza sessuale aggravata a danno di minori, ha querelato una seconda volta la giornalista Pierelisa Rizzo accusandola di pubblicazione arbitraria di atti di un processo penale e diffamazione a mezzo stampa.

La prima querela, presentata a maggio 2022, (leggi su Ossigeno) contestava alla giornalista la pubblicazione sul suo profilo Facebook di una chat il cui testo, acquisito durante le indagini preliminari, è contenuto nell’ordinanza di arresto del sacerdote. La chat mostra uno scambio di battute a sfondo sessuale fra don Giuseppe Rugolo e un giovane uomo.

La Procura di Enna aveva chiesto l’archiviazione di questa prima querela ritenendo l’accusa infondata, sia per la sussistenza del diritto di cronaca sia perché le frasi contestate erano contenute in un provvedimento di custodia cautelare già noto alle parti (e quindi non soggetto al segreto di indagine) ed erano poi state lette in aula senza che  i legali del sacerdote avessero invocato le particolari circostanze di segretezza per l’acquisizione delle prove previste dal codice (art. 472 cpp). I legali dell’imputato hanno fatto opposizione. Il GUP ha accolto l’opposizione e ha rinviato a giudizio la giornalista che dovrà comparire in aula a marzo del 2024.

La seconda querela per diffamazione, presentata il primo luglio 2023, contesta alla giornalista il suo resoconto giornalistico (pubblicato il 28 giugno su ennalive.it e reteleabuso.org) dell’udienza del giorno prima del processo al sacerdote. Nel suo articolo Pierelisa Rizzo riferisce che i tempi processuali si allungano e che l’ultima udienza si è chiusa con la proiezione in aula di un video nel quale si vede il sacerdote in compagnia di un ragazzo minorenne.

Anche questa volta i legali del sacerdote hanno chiesto il sequestro dei supporti informatici e del cellulare della giornalista.

LA GIORNALISTA – “Il problema di questo processo, secondo i legali del sacerdote imputato, è proprio la stampa – ha commentato Pierelisa Rizzo -. Trincerandosi dietro il fatto che il processo si celebra a porte chiuse, hanno provato in tutti i modi e varie volte, a fare tacere noi giornalisti. Credo che la rilevanza pubblica di questi fatti, in una città nella quale padre Rugolo ha occupato un posto di rilievo con le sue attività, non può e non deve farci tacere”. “Qualche giorno fa papa Francesco ha ricevuto il premio giornalistico 2023 – aggiunge la giornalista -. Mi piacerebbe sapere se sa che i suoi preti, accusati in aule di tribunali di pedofilia, provano a zittire i giornalisti denunciandoli ripetutamente con querele chiaramente temerarie, al solo fine di farli tacere”.

OSSIGENO per l’informazione esprime solidarietà a Pierelisa Rizzo e la invita a proseguire la sua coraggiosa e apprezzata attività giornalistica, per fare conoscere fatti e circostanze di innegabile rilevanza sociale e interesse pubblico come quelli di cui si occupa il processo di Enna. Facendo salva la presunzione di non colpevolezza dell’imputato ogni cronista giudiziario ha il dovere di fare sapere ai cittadini come viene amministrata la giustizia. I processi a porte chiuse escludono la piena pubblicità delle udienze, concedono maggiori garanzie di riserbo agli accusati e ai testimoni, ma anche questi processi sono celebrati in nome del popolo italiano, che deve sapere di che cosa è accusato un imputato e come si difende.

SOLIDARIETA’ – La Federazione nazionale della stampa italiana e l’Assostampa siciliana hanno espresso solidarietà alla giornalista e ritengono “ancora una volta inaccettabile la richiesta di sequestro degli strumenti informatici e telematici fondamentali per il lavoro giornalistico e restano vigili su ogni tentativo di spegnere il diritto di cronaca ricorrendo anche alle querele temerarie”.

IN SICILIA dal 1 gennaio al 9 settembre 2023 Ossigeno ha segnalato minacce e intimidazioni nei confronti di 20 giornalisti e operatori dell’informazione. Dal 2012 ne ha segnalati 422. Il contatore dei giornalisti minacciati in Italia, avviato da Ossigeno nel 2006, il 9 settembre 2023 ha raggiunto quota 6821. I nomi sono nella Tabella dei minacciati consultabile online. ASP

(ha collaborato Laura Turriziani)

 

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