Editoriale

Anti-Slapp. Il passo avanti UE non frena le querele

Solo il Parlamento italiano potrebbe frenarle – La direttiva europea si applicherà alle cause civili trans-frontaliere

OSSIGENO – 14 luglio 2023 – Ossigeno saluta con soddisfazione il parere positivo del Parlamento Europeo sulla nuova legislazione anti-SLAPP che l’Unione Europea si accinge a varare e attende con ansia di conoscere il testo della direttiva che sarà approvato in via definitiva con il concerto della Commissione Europea e del Consiglio dei Ministri dell’UE. Queste tre istituzioni hanno espresso intenzioni convergenti ma non identiche su alcuni punti importanti, come la possibilità di impiegare i programmi di vigilanza e spionaggio elettronico sulle comunicazioni dei giornalisti nelle indagini sulla sicurezza nazionale. Subordinare la protezione delle fonti riservate dei giornalisti a  superiori esigenze, non si capisce con quali garanzie di trasparenza, è una questione delicata, rischia di dare un’impronta negativa all’intera direttiva.

Sono molti gli effetti positivi promessi dalle nuove norme. Li valuteremo tutti quando conosceremo il testo approvato. Intanto si può dire che con le nuove norme l’Unione europea fa un passo avanti nella direzione giusta ma sarebbe sbagliato pensare che con ciò tolga le castagne dal fuoco al Parlamento italiano, che da venti e più anni promette leggi sulla diffamazione a mezzo stampa più eque e meno punitive per i giornalisti ma non mantiene le promesse.

Le nuove norme europee cambiano poco i termini della paradossale situazione italiana. Non fermeranno la marea di azioni giudiziarie intimidatorie promosse in campo penale (querele) e civile (le citazioni per danni) che ogni anno colpisce impunemente migliaia di giornali, giornalisti, attivisti, difensori dei diritti civili, opinionisti e altri cittadini, a scopo intimidatorio, di censura, di ritorsione, allo scopo di ostacolare la pubblicazione delle notizie e delle opinioni sgradite a persone potenti e vendicative.

La direttiva si applica alle cause civili trans-frontaliere, cioè quelle  che coinvolgono soggetti di due diversi paesi. Riguarda queste gravissime e condizionanti cause intimidatorie che sono solo una piccola parte del problema da contrastare: sono una goccia nel grande oceano della SLAPP  che ogni anno in Italia è alimentato da un migliaio di citazioni per danni e da 8-10 volte più denunce penali (querele) per diffamazione a mezzo stampa. Oltre diecimila azioni giudiziarie intimidatorie che ingolfano i tribunali e creano danni gravi e ingiusti a giornalisti e altre persone che, per aver esercitato un diritto, ricevono schiaffi (così li chiamano in inglese usando il termine SLAPP) e vere e proprie bastonate!

In ogni caso la direttiva anti-SLAPP dell’Unione Europea (leggi il testo esaminato dal Parlamento di Strasburgo ai punti 4, 14, 15) non influirà sulle circa diecimila nuove querele intimidatorie presentate ogni anno in Italia. Questo abuso del sistema giudiziario italiano è la piaga più grande e più dolorante da curare. Ma non con la direttiva europea, che esclude esplicitamente l’applicazione ai processi penali: in materia penale può legiferare soltanto il parlamento nazionale di ciascun paese membro dell’UE.

Pertanto in Italia le querele pretestuose, temerarie, intimidatorie continueranno a imbavagliare impunemente come prima giornali e giornalisti finché il parlamento italiano non si deciderà a cambiare la legge sulla stampa e il codice penale.

Fa bene perciò il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, ad applaudire il voto del Parlamento Europeo e, allo stesso tempo, sollecitare il Parlamento italiano ad approvare subito, senza indugio, una vera riforma delle norme punitive vigenti in materia di diffamazione a mezzo stampa., introducendo nei progetti di legge all’esame del Senato una serie di norme coerenti con lo spirito che anima la direttiva europea anti-SLAPP.

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