Leggi e sentenze

Ddl diffamazione fa un primo passo al Senato in attesa nuovi emendamenti

Parere non ostativo al testo del relatore Balboni è stato espresso a maggioranza dalla Commissione Affari Europei di Palazzo Madama

OSSIGENO 8 marzo 2024 –  Giovedì 28 febbraio al Senato il ddl diffamazione ha fatto un primo passo con un parere “non ostativo” della Commissione Affari Europei, rispetto al quale le opposizioni chiedevano un rinvio in attesa dei nuovi emendamenti da presentare entro il 13 marzo.

Il disegno di legge Balboni, su cui Ossigeno ha formulato numerosi rilievi in un parere fornito alla Commissione Giustizia del Senato (leggi),  interviene sulla diffamazione a mezzo stampa eliminando la pena del carcere per i colpevoli di questo reato, in massima parte giornalisti, e aumentando le multe da un minimo di 5 mila euro a un massimo di 50mila euro se la pubblicazione diffamatoria  è consapevolmente falsa. Il ddl prevede che neppure la multa sia applicata qualora siano state pubblicate rettifiche o smentite senza replica. Tra le altre novità introdotte dal ddl Balboni c’è l’estensione esplicita del reato alle pubblicazioni realizzate con un qualsiasi mezzo di pubblicità. Inoltre l’ambito di applicazione delle norme sulla diffamazione viene esteso alle testate giornalistiche online e radiotelevisive.

La pena detentiva per la diffamazione a mezzo stampa è ritenuta sproporzionata dalla giurisprudenza europea e dalla Corte Costituzionale nei casi in cui le pubblicazioni non incitano alla violenza, all’odio etnico e alla discriminazione sessuale. Questa giurisprudenza chiede una proporzionalità della pena anche per quanto riguarda l’importo della multa.

Il 28 febbraio i senatori M5S non hanno partecipato al voto, quelli di Azione e Pd si sono astenuti, il senatore dem Filippo Sensi ha votato in dissenso dal proprio gruppo ritenendo il voto “una forzatura”. Tutte le opposizioni, infatti, avevano chiesto al presidente della Commissione Giulio Terzi di Sant’Agata (Fdi) un rinvio del parere visto che in commissione Giustizia, dove il ddl è all’esame, è stato riaperto il termine per gli emendamenti (ora fissato al 13 marzo) su richiesta del governo. “L’offensiva sulla informazione prosegue, si fa più spessa, capillare. Gravissimo”, denuncia Sensi riferendo che inizialmente sulla richiesta di rinviare il voto sul parere c’era stata un’apertura del capogruppo di Fdi in Commissione Domenico Matera. La senatrice Fi Licia Ronzulli e il senatore Fdi Roberto Menia, tuttavia, hanno insistito per procedere e si è votato. In commissione Giustizia tuttavia il ddl finora è andato avanti a rilento: dopo l’adozione a ottobre scorso del ddl Balboni come testo base (sullo stesso tema esistono anche i testi dei dem Martella e Verini) era stato fissato un primo termine per gli emendamenti a novembre: ne erano arrivati 93. Quindi lo stallo fino a ieri, quando il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove ha chiesto una riapertura del termine per la presentazione degli emendamenti. ASP

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