Faenza. Blogger querelata per le critiche ai progettisti del quartiere alluvionato
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Lo Sportello Legale di Ossigeno e Media Defence hanno accolto la richiesta di sostenere la difesa legale dell’attivista ambientale Linda Maggiori
OSSIGENO 27 novembre 2024 – Lo Sportello Legale di Ossigeno per l’Informazione, che opera in collaborazione con Media Defence, ha deciso di assistere in giudizio Linda Maggiori, blogger e attivista ambientale di Faenza (Ravenna) querelata per diffamazione da un consigliere comunale in relazione a un post, da lei pubblicato sui social.
Nel post, la blogger ha criticato i progettisti del quartiere San Martino di Faenza, un insediamento di villette a schiera che negli ultimi due anni è stato alluvionato tre volte in seguito all’esondazione del vicino torrente Marzeno, con conseguente evacuazione degli abitanti e danni enormi. Ossigeno ritiene la querela infondata e pretestuosa e ha deciso di sostenere le spese legali di Linda Maggiori affidando la difesa all’avv. Andrea Di Pietro.
OSSIGENO esprime solidarietà alla blogger ritenendo che Linda Maggiori abbia espresso la propria opinione con competenza e con un linguaggio misurato su una questione pubblica attualissima. lo ha fatto mentre tutti ne discutevano. Di fronte a un’emergenza ambientale, ha messo in luce la sottovalutazione storica di alcuni rischi idrogeologici, ricordando la responsabilità che spetta agli amministratori pubblici e ai progettisti degli insediamenti abitativi. Ha ricostruito scelte urbanistiche discutibili mentre, a distanza di anni, stavano producendo gravi danni. Il dibattito pubblico è essenziale in ogni società democratica. E’ fatto di affermazioni, di lodi, di critiche e di repliche. Purtroppo, spesso, chi non condivide le critiche invece di chiedere e ottenere il diritto di replica ricorre a una querela (ovvero a una denuncia penale), invece di rispondere nel merito della questione, invece di confutare le critiche, chiedendo a un giudice di punire l’autore delle critiche definendole diffamatorie anche quando non lo sono. Sono troppe in Italia le querele usate al posto delle repliche. sono migliaia ogni anno le critiche considerate diffamatorie anche se non lo sono. Molte sono frutto di ignoranza della legge, ma in gran parte queste querele sono promosse consapevolmente, a scopo dissuasivo, per silenziare chi diffonde informazioni sgradite e costringerlo ad affrontare le spese legali necessarie per dimostrare la propria correttezza. Quasi sempre il querelante è economicamente il più forte e invece per il querelato le spese legali sono molto o troppo costose. Per questo Ossigeno ha creato il suo Sportello di assistenza legale che opera con il sostegno di Media Defence.
IL POST – La giornalista ha definito “una trappola mortale in caso di esondazione” quel quartiere progettato nel 2005, poiché è fatto di “case basse, a pianterreno e seminterrato” e poiché “il torrente Marzano è a pochi metri”. “Allora – ha aggiunto – nessuno ci pensò” e ora i progettisti dovrebbero ammettere l’errore di progettazione e chiedere scusa agli abitanti. In particolare ha chiesto al consigliere comunale di Faenza ed ex assessore, che faceva parte di quello studio di progettazione, di fare pubbliche scuse.
“Tutti possono sbagliare, ma almeno si devono ammettere gli errori” ha scritto la blogger, dopo l’inondazione di maggio 2023, invitando il consigliere ad ammettere gli errori e a dire che quel progetto a pian terreno in riva al fiume, per quanto apprezzato sotto il profilo tecnico, è stato uno sbaglio, un “boiata pazzesca”, ha detto citando ironicamente Fantozzi, e suggerendo la frase di scuse da dire:“Con il senno di poi lì avremmo dovuto fare una cassa di espansione non un quartiere, mi scuso con quei poveretti che ci sono andati a vivere e ora hanno perso tutto”. ASP
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