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Giornalisti minacciati. Altri 27 accertati da Ossigeno

Fra il 19 aprile e il 28 maggio 2019 in Calabria, Lazio, Liguria, Lombardia e Umbria. Leggi i nomi dei cronisti presi di mira e i dettagli di ciascun episodio.

“Ossigeno per l’Informazione” ritiene che gli episodi di seguito descritti rappresentino ingiustificabili violazioni della libertà di espressione e di stampa. I nomi di questi 27 giornalisti e operatori dei media colpiti direttamente sono stati aggiunti alla Tabella dei nomi delle vittime di attacchi ingiustificabili: Stefano Origone (Liguria), Redazione di Latina Oggi, il Messaggero, il Fatto Quotidiano, La Repubblica, il sito internet Latina Tu e l’Associazione Antonino Caponnetto; Ubaldo Scanagatta (Lazio), Gianni Baccellieri (Calabria), Carlo Ceraso (Umbria), Paolo Berizzi (Lombardia).

Stefano Origone (Liguria)
Il 23 maggio, a Genova, il giornalista di Repubblica Stefano Origone è stato picchiato da alcuni agenti di polizia, durante la carica delle forze dell’Ordine contro alcuni antagonisti che contestavano violentemente un comizio del gruppo di estrema destra Casapound durante la manifestazione degli antifascisti. Stefano Origone era lì per lavoro, per conto del suo giornale. E’ stato pestato con manganellate e calci in tutto il corpo. Ha riportato lesioni, la frattura di due dita e di una costola. Gli agenti hanno continuato a picchiarlo nonostante fosse caduto a terra e avesse ripetutamente gridato “Sono un giornalista”.
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Redazione di Latina Oggi, il Messaggero, il Fatto Quotidiano, La Repubblica, il sito internet Latina Tu e l’Associazione Antonino Caponnetto (Lazio)
Il 9 maggio 2019 la Giunta comunale di Sperlonga ha affidato a un legale l’incarico di promuovere azioni civili, per il risarcimento dei danni, contro i giornali Latina Oggi, il Messaggero, il Fatto Quotidiano, La Repubblica, il sito internet Latina Tu e l’Associazione Antonino Caponnetto. Per gli amministratori è necessario tutelare l’immagine dell’Ente, infangato, a loro parere, dagli articoli apparsi sui quotidiani in merito al processo che vede imputati il sindaco di Sperlonga, Armando Cusani, l’ex tecnico comunale Antonio Faiola e il progettista Luca Conte, con l’accusa di lottizzazione abusiva per il Piano integrato.
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Gianni Baccellieri (Calabria)
Nella notte tra il 17 e il 18 aprile 2019, a Reggio Calabria, ignoti hanno dato alle fiamme l’automobile del giornalista Gianni Baccellieri di Radio Antenna Febea. La vettura era parcheggiata in strada nei pressi della sua abitazione. Baccellieri ha immediatamente chiamato le forze dell’Ordine. I vigli del fuoco hano spento le fiamme.
Il giorno stesso il giornalista ha presentato alla Questura di Reggio Calabria una denuncia contro ignoti. La radio, l’Odg e la Fnsi regionale e nazionale hanno espresso solidarietà al giornalista.
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Carlo Ceraso (Umbria)
Il 26 marzo 2019 il GIP di Spoleto, Margherita Amodeo, ha rinviato a giudizio Leodino Gallo per calunnia (reato punito con la reclusione da due a sei anni) per avere querelato per diffamazione il giornalista Carlo Ceraso, direttore di Tuttoggi.info, pur “sapendolo innocente”. L’udienza è stata fissata il 17 gennaio 2010 presso il Tribunale di Spoleto
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Paolo Berizzi (Lombardia)
Il 29 aprile 2019 il giornalista di Repubblica Paolo Berizzi, che dal febbraio 2019 vive sotto scorta a causa degli attacchi ricevuti per i suoi articoli sull’estrema destra e per il suo libro Nazitalia, è stato minacciato e insultato sui social dopo la pubblicazione di due articoli sul cosiddetto “29 aprile nero”. ln quella data a Milano, anche quest’anno, i neofascisti hanno manifestato nel ricordo di Sergio Ramelli, studente, attivista del Fronte della gioventù morto il 29 aprile 1975, in seguito alle ferite riportate il 13 marzo precedente, quando era stato aggredito da un gruppo di attivisti contigui al movimento comunista Avanguardia Operaia.
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Ubaldo Scanagatta (Lazio)
Sabato 18 maggio revocato e ritirato l’accredito stampa per gli Internazionali di Tennis al Foro Italico di Roma al cronista Ubaldo Scanagatta, direttore di Ubitennis.com .
Nei giorni precedenti il ritiro dell’accredito, i suoi articoli erano stati pubblicati anche da altri giornali dello stesso gruppo editoriale.
Il direttore della comunicazione della FIT ha contestato per iscritto a Scanagatta proprio questo: di avere pubblicato articoli non solo sul quotidiano per il quale aveva chiesto l’accredito, ma anche su altri.
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