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Mario De Michele ha simulato due attentati. Ora è accusato di calunnia

Per la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha agito con l’aiuto di un’altra persona per motivi da chiarire. Ossigeno lo cancella dall’elenco dei giornalisti minacciati

Ossigeno per l’Informazione ha appreso oggi 18 maggio 2020, da notizie di stampa, che il giornalista campano Mario De Michele, ormai ex direttore di Campania Notizie, è accusato dalla magistratura di calunnia e porto illegale in luogo pubblico di arma da sparo. Reati gravi, con varie circostanze aggravanti e in concorso con un altro giornalista, Pasquale Ragozzino, avvocato di Orta di Atella (Caserta) ed ex vicedirettore responsabile della testata diretta da De Michele.  Reati denunciati ai carabinieri definendosi vittima di due attentati, compiuti da ignoti con armi da fuoco, per ragioni ancora da chiarire. Dopo il primo degli agguati denunciati a novembre 2019, De Michele aveva ottenuto un servizio di scorta.

Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che venerdì 15 maggio ha perquisito la sua abitazione a Cesa e gli ha poi notificato un “invito a presentarsi per rendere interrogatorio”, egli stesso ha organizzato  le due sparatorie denunciate ai Carabinieri, agendo in concorso con Pasquale Ragozzino, considerato corresponsabile. Durante la perquisizione a casa di De Michele è stata sequestrata una pistola regolarmente denunciata. 

Allo stesso tempo, Ossigeno ha letto le frasi scritte ieri sera da Mario De Michele sul suo profilo Facebook e sul suo notiziario online con le quali ha annunciato di voler “fare un passo di lato per un crollo fisico e mentale” e ha chiesto “scusa a magistratura, prefettura e carabinieri”.

COME OSSIGENO HA TRATTATO IL CASO – Negli scorsi mesi, Ossigeno ha parlato più volte con Mario De Michele di queste aggressioni da lui denunciate e, sulla base delle informazioni da lui fornite e della considerazione generale per quei fatti, ha segnalato quegli episodi come veritieri e degni della massima attenzione. Altre organizzazioni, la Fnsi, il Sugc, l’Ordine dei Giornalisti, la Federazione Europea dei Giornalisti e, da ultima, la Piattaforma per la sicurezza dei giornalisti del Consiglio d’Europa, hanno tratto le stesse conclusioni e si sono schierate  dalla sua parte. A dare un ulteriore sigillo di credibilità alle ricostruzioni che hanno descritto il giornalista come una vittima esposta al rischio di essere uccisa è stata poi la decisione del comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico di assegnargli un servizio di protezione.  Ulteriore credibilità è venuta dopo la partecipazione dell’interessato a una iniziativa pubblica di solidarietà alla presenza di un rappresentante del Governo.

Perciò oggi, appresa la notizia delle gravi accuse della magistratura e avendo letto le sue imbarazzate e vaghe parole di scusa, Ossigeno ha innanzitutto cercato di parlare con Mario De Michele, senza però riuscire a mettersi in contatto con lui, per chiedergli spiegazioni.

CANCELLAZIONE DALL’ELENCO DI OSSIGENO – Volevamo sentire la sua voce, le sue giustificazione, prima di annunciare pubblicamente la decisione inderogabile di cancellare immediatamente il suo nome dall’elenco dei giornalisti minacciati compilato da Ossigeno. Questa decisione potrebbe essere revocata soltanto nel caso che, in sede processuale, le accuse che gli sono state mosse cadessero e fossero fornite adeguate e convincenti giustificazioni. L’avvocato di Mario De Michele, Mario Griffo, ha confermato a Ossigeno che “l’indagine è in corso” e che il suo assistito “ha ammesso alcune colpe”.

Questa decisione è fisiologica in quanto l’elenco dei giornalisti minacciati di Ossigeno non può contenere i nomi di persone la cui credibilità sia messa in discussione, proprio in merito ai fatti specifici, con accuse così gravi e autorevoli e senza che gli interessati abbiano fornito elementi probanti della propria buona fede.

Questo elenco è stato infatti creato per difendere  tutti i giornalisti che subiscono intimidazioni e minacce, è uno strumento di difesa collettiva nel quale tutti i giornalisti onesti e trasparenti devono potersi riconoscere e del quale possano servirsi per far valere di più e meglio il loro diritto alla protezione, alla solidarietà, ad avere misure più efficaci e di pronto contrasto alle minacce e alle intimidazioni, per fare valere più pienamente il diritto di cronaca dei giornalisti e il diritto dei cittadini all’informazione.

IL LIVELLO DI VERIFICA – Ossigeno fa il massimo per evitare che fra le vere vittime degne di aiuto e solidarietà si possa intrufolare qualcuno che non lo è veramente. Il filtro adottato è già molto severo. Renderlo ancora più severo rischia di determinare un difetto opposto, non meno grave: l’esclusione di alcuni che meritano di essere aiutati. Purtroppo nel mondo – non solo fra i giornalisti – esistono simulatori molto abili che riescono a ingannare chiunque, ma soltanto per un certo tempo: finche non vengono smascherati. E quando ciò avviene, in modo certo o con  provvedimenti che tolgono gran parte della credibilità a queste persone e ai fatti specifici, bisogna darne notizia chiaramente, in modo trasparente e con evidenza, come stiamo facendo oggi, come facciamo ogni volta che accade. Intendiamoci, accade molto raramente: su quattromila e passa episodi resi noti è accaduto meno di una volta ogni mille casi trattati.

ASP

ha collaborato Raffaella Della Morte

 

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