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Condannato l’ergastolano che minacciò Maria Bertone

Metodo mafioso, 18 mesi più i danni. L’esponente del clan dei casalesi, scrisse alla giornalista “Ti sparo in bocca”   

OSSIGENO 18 maggio 2023 – Giovanni Cellurale, l’ergastolano ritenuto un esponente di spicco del clan dei Casalesi, è stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione e al pagamento delle spese processuali per aver minacciato di morte la giornalista Maria Bertone, direttrice dei quotidiani Cronache di Caserta e Cronache di Napoli. Il tribunale ha applicato l’aggravante del metodo mafioso. La giornalista si era costituita parte civile ed è stata assistita dall’avvocato Gennaro Razzino del Foro di Napoli.

Oltre Maria Bertone, Giovanni Cellurale deve risarcire l’editrice Libra e l’Ordine dei giornalisti della Campania, che si erano costituiti parti civili insieme alla giornalista. La sentenza è stata emessa il 13 gennaio 2023 dalla Corte di Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta (leggi).

L’uomo formulò spavaldamente la sua minaccia in una lettera manoscritta spedita per posta alla redazione del giornale dal carcere di Palermo, dove stava scontando l’ergastolo per omicidio (vedi Ossigeno).

Rinviato a giudizio per le minacce alla giornalista, Giovanni Cellurale è stato trasferito ed è attualmente detenuto nel carcere di San Gimignano.

METODO MAFIOSO – La presidente del collegio giudicante, Luciana Crisci, ha riconosciuto l’aggravante del metodo mafioso e ha comminato a Giovanni Cellurale una pena maggiore di quella richiesta dal pm, il sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli Fabrizio Vanorio. «Dalla lettura della missiva – si legge nelle motivazioni rese note il 12 aprile scorso -, emerge (…) l’esplicito contenuto gravemente minatorio (…) che l’autore “l’avrebbe fatta saltare in aria” e che, nell’ipotesi in cui qualcuno fosse uscito dal carcere prima di lui, gli avrebbe chiesto di sparargli 10 colpi in bocca, a lei e ai suoi familiari al posto suo, e che comunque, una volta uscito dal carcere, gli avrebbe sparato in bocca (…). Minacce di morte [che] non possono che ritenersi gravi, atteso che provenivano da un detenuto (…) affiliato dell’efferato clan camorristico dei Casalesi. Sussiste altresì la circostanza aggravante di cui all’art. 416 bis 1 c.p. [per la quale] è richiesto che la condotta sia stata commessa con modalità di tipo mafioso, ossia utilizzando la forza intimidatrice derivante dall’appartenenza all’associazione mafiosa (…)».

MARIA BERTONE – “Fa un certo effetto vedere cristallizzato in un atto dello Stato un pezzo della propria vita – dice Maria Bertone a Ossigeno -. Ripercorrere gli ultimi due anni, però, è anche il modo per ricordare, a me stessa e alla nostra categoria di giornalisti, che la libertà di informazione non può essere messa in discussione neanche dalla più grave delle minacce, quella mafiosa, tanto meno dalla paura. L’informazione resta il baluardo più forte della democrazia”.

IN CAMPANIA Ossigeno ha segnalato 11 giornalisti e operatori dell’informazione minacciati da gennaio a marzo 2023 e 577 in totale dal 2012. Il contatore di Ossigeno segna 6632 giornalisti minacciati in Italia dal 2006 ad oggi. I loro nomi sono nella Tabella dei minacciati consultabile online. LT

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