Memoria

Cosimo Cristina: il giornalista “suicidato” il 5 maggio di 60 anni fa

La sua storia sul sito di Ossigeno, “Cercavano la verità”. Per lui nessuna giustizia. Maggio un mese triste per la libertà di stampa

Domani 5 maggio è il 60mo anniversario della morte del primo dei 30 giornalisti italiani uccisi a causa del loro lavoro e ricordati con ampia documentazione sul sito “Cercavano la verità”, www.giornalistiuccisi.it, l’archivio online inaugurato ieri, Giornata Mondiale per la Libertà di stampa, dall’Associazione Ossigeno per l’Informazione Onlus. 

Cosimo Cristina fu ucciso il 5 maggio 1960 a Termini Imerese (Palermo). Aveva 25 anni. Gli assassini, tuttora ignoti, presumibilmente erano i mafiosi locali. Lo uccisero e inscenarono teatralmente il suo suicidio. Fu sepolto senza cerimonia religiosa. Non ci furono indagini e accertamenti per accertare se le cose fossero davvero andate così, in un modo che contraddiceva le scelte che il giovane giornalista aveva fatto nei giorni e nelle settimane precedenti, con entusiasmo e fiducia nel futuro.

Cosimo Cristina non è l’unico dei Trenta rimasto senza giustizia.

Uno di quelli che invece, sia pure dopo molti anni, ha avuto giustizia è Peppino Impastato (I cento passi), un altro dei Trenta che “cercavano la verità”. Il suo anniversario ricorre sabato prossimo. Fu ucciso il 9 maggio nel 1978, lo stesso giorno del rapimento di Aldo Moro, con un’atroce scenografia depistante simile a quella usata per Cosimo Cristina.

Domenica 19 maggio sarà il decimo anniversario dell’uccisione del fotoreporter di Monza Fabio Polenghi, colpito da un proiettile dei militari a Bangkok, mentre seguiva l’epilogo di una lunga manifestazione politica di protesta. A maggio ricorre anche l’anniversario della morte di Almerigo Grizl in Mozambico, di Walter Tobagi a Milano, di Guido Puletti in Bosnia e di Andrea Rocchelli in Ucraina. A giugno sarà quello di altri giornalisti la cui storia è ricordata nel sito creato da Ossigeno in collaborazione con i familiari delle vittime, e realizzato con prestazioni professionali volontarie. La cronologia li ricorda tutti in un solo colpo d’occhio.

La Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, ha salutato l’iniziativa sottolineandone l’importanza perché offre “l’opportunità unica” di conoscere per ciascuna vittima, oltre al profilo professionale documentato, anche quello umano e delle relazioni familiari, il contesto storico e i successi e gli insuccessi della giustizia per punire i colpevoli.

Oltre a offrire contenuti originali, “Cercavano la verità” richiama la documentazione prodotta da altre organizzazioni, offre bibliografie, filmografie e fotografie e antologie di articoli e filmati, avviando un processo di continuo aggiornamento che ha la finalità di coltivare la memoria di episodi miliari per la storia del giornalismo italiano. Con questa iniziativa Ossigeno per l’Informazione sviluppa l’attività avviata nel  2014 con la realizzazione del Pannello murale della Memoria raffigurante i volti di tutti i giornalisti uccisi, consegnato al Presidente della Repubblica, ai presidenti delle Camere, a sindaci, scuole, università, sindacati e associazioni che lo espongono per ricordare quando può essere rischiosa l’attività giornalistica per la ricerca delle verità scomode.

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