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Ddl diffamazione. Fieg e Fnsi al Parlamento: ripensateci

Il testo “contiene norme che preoccupano non poco gli addetti ai lavori perché rischiano di penalizzare l’attività  di informazione”

Il 27 luglio 2020, con una nota congiunta, la Federazione degli Editori (FIEG) e la Federazione della Stampa (FNSI) hanno chiesto al Parlamento e alle forze politiche “un supplemento di riflessione”, ovvero un serio ripensamento, prima di procedere all’approvazione del testo di legge in materia di diffamazione a mezzo stampa attualmente in discussione, in prima lettura, presso la Commissione Giustizia del Senato.

Quel testo, affermano FIEG e FNSI , abolisce il carcere per i colpevoli di diffamazione a mezzo stampa e questo va bene, ma “contiene norme che preoccupano non poco gli addetti ai lavori perché rischiano di penalizzare l’attività  di informazione”. Questo giudizio è pienamente condiviso da Ossigeno per l’Informazione che ha sollevato da tempo obiezioni in gran parte analoghe, aggiungendone altre, una delle quali riguarda l’inserimento di regole troppo semplicistiche sul cosiddetto diritto all’oblio. Vedi

Le obiezioni elencate da FIEG e FNSI

“La proposta di legge, pur presentando aspetti positivi come l’eliminazione del carcere per i giornalisti che adegua, finalmente, l’Italia agli standard europei e a quelli dei principali Stati occidentali – rilevano le due Federazioni  – registra un eccessivo inasprimento delle pene pecuniarie, anche queste, come rilevato dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, suscettibili di svolgere un forte effetto deterrente all’esercizio del diritto di cronaca. Ulteriori criticità  sono poi ravvisabili in materia di rettifiche, con l’obbligo della rettifica automatica che esclude la possibilità  di commento da parte del direttore e con la previsione per i quotidiani online di dover mantenere in home page la rettifica per ben 30 giorni; nonche’  in materia di competenza territoriale, riconosciuta al giudice del luogo di residenza della persona offesa, con l’effetto di dar luogo ad una proliferazione di procedimenti penali, in contrapposizione al principio di certezza del diritto e aggravando l’esercizio del diritto di difesa da parte degli operatori dell’informazione”.

Un ultimo tema su cui editori e giornalisti richiamano l’attenzione “e’  il termine di prescrizione per l’esercizio dell’azione civile per il risarcimento del danno, che non tiene conto del normale periodo di fruizione del prodotto giornalistico”.  Su tutti questi aspetti, Fieg e Fnsi “ritengono necessario un supplemento di riflessione da parte di forze politiche e Parlamento per una corretta rivisitazione della disciplina della diffamazione a mezzo stampa, nel perseguimento dell’interesse generale ad una libera e corretta informazione, garanzia fondamentale di democrazia”.

ASP

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