Libertà di stampa

Avv. Di Pietro (Ossigeno): In Italia casi esemplari

Nel 2018 condannati e indagati gli aggressori dei giornalisti Piervincenzi, Borrometi e Trocchia. Il legale: svolta della magistratura

Se nel mondo i giornalisti continuano ad essere uccisi, in Italia “è stato un anno straordinario dal punto di vista della punizione dei crimini contro i giornalisti” . Lo ha dichiarato l’avvocato di Ossigeno per l’Informazione, Andrea Di Pietro, intervenendo alla Conferenza Internazionale “Giornalisti aggrediti, colpevoli impuniti” organizzata dall’ Osservatorio in Senato, a Roma, in occasione della Giornata Mondiale, indetta dall’Onu, per porre fine all’impunità dei crimini contro i giornalisti.
Riferendosi alle aggressioni, intimidazioni e minacce subite da Daniele Piervincenzi, Paolo Borrometi e Nello Trocchia, Di Pietro ha segnalato che per la prima volta gli aggressori sono stati condannati a pene detentive e a limitazione della libertà personale ricorrendo all’aggravante del ‘metodo mafioso’ e, nel caso di Trocchia, è stato contestato il reato di interruzione del pubblico servizio.

Sono ‘casi pilota’ di una “nuova tendenza della magistratura italiana che si è fatta carico di difendere la libertà di informazione e combattere l’impunità con tutti gli strumenti che l’Ordinamento mette a disposizione”, ha detto l’avvocato ammonendo però istituzioni, sindacato e ordini professionali affinché venga riconosciuto al giornalista uno status giuridico speciale atto a proteggerlo da processi temerari o da aggressioni fisiche. Serve uno strumento che, di conseguenza, garantisca per tutti maggiore qualità informativa e maggiore conoscenza dei fatti.

DEB

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