Harlem Désir. Gli Stati rispettino la Carta di Milano

Con questo documento, nel 2018 i membri dell’Osce si sono impegnati a proteggere la libertà di stampa e a combattere l’impunità

Messaggio del Rappresentante Osce per la libertà dei media, Harlem Désir, in occasione del convegno organizzato da Ossigeno il 25 ottobre 2019 a Roma, per celebrare la Giornata Internazionale dell’Onu per mettere fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti

Cari amici di Ossigeno per l’Informazione,

vorrei cogliere l’opportunità della commemorazione annuale, al Senato italiano, della Giornata Internazionale per mettere fine all’impunità per i crimini commessi contro i giornalisti, per complimentarmi con Ossigeno per il suo impegno per la promozione della libertà di stampa e l’importante contributo che dà alla lotta contro l’impunità in Italia.

Nel mondo, e nell’area Osce, i giornalisti vengono aggrediti, minacciati e importunati ogni giorno, per il semplice fatto che svolgono il proprio lavoro. Vengono attaccati perché indagano sulla corruzione e sulla criminalità organizzata, perché pubblicano punti di vista liberi e critici su questioni politiche, perché forniscono informazioni di pubblico interesse ai cittadini e chiedono a coloro che sono al potere di rendere conto delle proprie azioni. E troppo spesso i responsabili e i mandanti che si celano dietro queste aggressioni non vengono mai consegnati alla giustizia.

Uno sconcertante 85 per cento dei crimini contro i giornalisti rimane impunito. Questa impunità costituisce una seconda ingiustizia commessa contro questi giornalisti.

Inoltre, l’impunità per tali attacchi incoraggia ulteriori aggressioni e favorisce un clima di intimidazioni. Di conseguenza, l’impunità crea un effetto dissuasivo, limitando così la libertà d’espressione e di stampa, privando dell’informazione libera la società intera.

Perpetuando il circolo della violenza contro i giornalisti, l’impunità rappresenta una delle più grandi sfide per assicurare la protezione dei giornalisti e dei lavoratori della stampa. Non dobbiamo lasciare che i giornalisti paghino il prezzo del nostro diritto a ricevere e accedere all’informazione.

In questa giornata ricordiamo i nomi di coloro che sono stati uccisi lo scorso anno nell’area Osce:

– Lyra McKee, una giovane giornalista del Regno Unito, alla quale hanno sparato mentre stava raccontando le rivolte nell’Irlanda del Nord; e

– Vadim Komarov, un giornalista locale in Ucraina, morto durante il coma, dopo essere stato brutalmente aggredito a Čerkasy.

Ricordiamo anche Daphne Caruana Galizia, la quale è stata uccisa a Malta due anni fa, il 16 ottobre 2017. Ero a Malta qualche settimana fa per commemorare la sua morte e per ribadire che non sarà fatta giustizia finché tutti coloro che sono coinvolti nel suo brutale assassinio, inclusi i mandanti, non saranno processati.

Il due novembre, Giornata Internazionale per mettere fine all’impunità per i crimini commessi contro i giornalisti, ci ricorda duramente il rischio che affrontano i giornalisti e la responsabilità che hanno gli Stati di proteggere l’incolumità dei giornalisti. Gli Stati si sono impegnati politicamente a proteggere la libertà di stampa e a combattere l’impunità all’interno dell’Osce. 

Vorrei ricordare la Decisione del Consiglio Ministeriale dell’Osce sulla sicurezza dei giornalisti, adottata a dicembre 2018 a Milano, la quale chiede a tutti gli Stati partecipanti di “prendere misure effettive per mettere fine all’impunità per i crimini commessi contro i giornalisti, assicurando la responsabilità come un elemento chiave per la prevenzione di future aggressioni, inclusa la garanzia che le forze dell’ordine eseguano rapide, efficaci e imparziali indagini sugli atti di violenza e le minacce contro i giornalisti, per assicurare alla giustizia tutti i responsabili e garantire che le vittime abbiano accesso ai ricorsi adeguati”. Senza una piena attuazione, non cambierà niente.

Dobbiamo lottare per la giustizia, in nome dei singoli giornalisti aggrediti, ma anche per la democrazia in quanto tale. Un attacco alla stampa è un assalto al nostro diritto di essere informati e di vivere in società libere e democratiche.

Dobbiamo prendere misure concrete per implementare gli obblighi internazionali, e per rintracciare e processare coloro che hanno commesso crimini contro i giornalisti.

Mi rivolgo a tutti gli Stati, tutti i partecipanti, la società civile, le forze dell’ordine e la polizia, per unire le forze per difendere il giornalismo libero e indipendente, per consentire un ambiente di lavoro sicuro e garantire la sicurezza dei giornalisti.

Insieme dobbiamo proteggere la libertà di stampa come un pilastro delle nostre stesse libertà e della democrazia.

Vi auguro un proficuo incontro.

Grazie mille.

Harlem Désir


Leggi tutti gli articoli sul convegno

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.