IN BREVE – Cosa ha visto Ossigeno dal 16 al 22 dicembre 2023

Newsletter del 23 dicembre 2023 

Rassegna periodica delle notizie pubblicate da Ossigeno per l’Informazione, osservatorio sulle intimidazioni e le minacce ai giornalisti e le notizie oscurate in Italia

Questa settimana Ossigeno ha parlato di: Eugenio Forciniti, Vittorio Brumotti

Mentre il Contatore di Ossigeno dei giornalisti minacciati in Italia raggiungeva, nei giorni scorsi, la formidabile quota di settemila casi documentati (500 solo nel 2023, alcuni nelle scorse settimane leggi qui), il Parlamento italiano ha approvato un emendamento per rendere illegittima e perseguibile la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare. Ciò renderebbe meno conoscibili dai cittadini questi atti, che sono noti alle parti e dunque non sono segreti.

Le ordinanze di custodia cautelare sono la fonte principale delle notizie di cronaca giudiziaria. Danno conto delle indagini della magistratura sfociate nell’arresto di persone. Le ordinanze dicono perché quelle persone vengono private della libertà personale. Forniscono queste informazioni perché la legge è amministrata in nome del popolo e i cittadini hanno diritto di essere informati.

Questo emendamento perciò è un tentativo di imbavagliare giornali e giornalisti e desta forte preoccupazione.

Sono altre, e sono attese da decenni, le innovazioni legislative necessarie in questo paese di fronte alla marea di intimidazioni e minacce rivolte a giornali e giornalisti che pubblicano notizie vere e documentate ma sgradite al potere e ai potenti. Non è saggio curare le malattie limitandosi a cancellarne i sintomi.

In questi anni Ossigeno ha dimostrato con settemila fatti accertati quali sono i veri problemi e ha detto quali sono i rimedi da approntare. Nel 2007 Osaigeno ha descritto la situazione della libertà di informazione in Italia come quella di un continente inesplorato. Da allora, anno dopo anno, per vincere lo scetticismo generale, ha esplorato quel continente. Lo ha fatto con l’aiuto dell’Ordine dei Giornalisti, dell’Associazione Stampa Romana e di alcune istituzioni nazionali e internazionali. Nel 2016 questo osservatorio aveva già documentato tremila intimidazioni. Ora è arrivato a settemila. La vetta appare ancora lontana. Ma da qui si vede bene cosa bisogna fare. Non servono altri bavagli, ma contromisure contro chi usa la violenza e le norme di legge come bavagli. Inoltre bisogna assistere attivamente i giornalisti minacciati: occorre aiutarli concretamente a liberarsi dei bavagli, come fa lo Sportello legale di assistenza gratuita di Ossigeno.

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