Libertà di stampa

Libertà di stampa. Istituzioni non chiudano gli occhi davanti alla cruda realtà

Le valutazioni di Ossigeno alla consultazione OSCE-ODIHR sui difensori dei diritti umani –  Lo Stato di diritto e i dati di fatto

OSSIGENO 12 NOVEMBRE 2020 – Il 10 e l’11 novembre 2020, la giornalista Luciana Borsatti ha rappresentato insieme ad Alberto Spampinato queste considerazioni di Ossigeno per l’Informazione, durante il seminario online (vedi) organizzato dall’ODIHR, l’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell’OSCE che ha sede a Varsavia.

Ossigeno per l’informazione è un’associazione non governativa, senza fini di lucro formata da giornalisti con lunga esperienza professionale. L’Associazione opera dal 2010. Si prefigge lo scopo di difendere il diritto all’informazione in quanto diritto umano fondamentale che spetta a tutti i cittadini ed è alla base della libertà di stampa e del lavoro dei giornalisti.

L’Associazione svolge questo compito assistendo e aiutando le vittime di gravi violazioni e pubblica L’ elenco nominativo delle vittime accertate e informazioni dettagliate sulle modalità con cui è stata commessa ogni singola violazione. Questo elenco al momento contiene oltre 4200 nomi.

Inoltre Ossigeno traccia la mappa delle cause delle violazioni e dei problemi da affrontare per migliorare la grave situazione attuale. In Italia le violazioni sono numerosissime, impunite, in molti casi non punibili e in costante aumento.

Fare questo monitoraggio in uno stato di diritto, in un paese in cui la libertà di informazione è pienamente affermata dalla legge ed è difesa ed attuata meglio e più che in molti altri paesi, in particolare in quelli in cui la democrazia e lo stato di diritto sono deboli o inesistenti, può apparire insolito e in effetti anche a molti italiani sembra strano e superfluo. Ne siamo consapevoli. Ma i gravi episodi che noi abbiamo rilevato e documentato spiegano da soli quanto questo lavoro non sia superfluo. É utile ed è necessario. Innanzitutto per aiutare le vittime di queste violazioni e anche per evidenziare i problemi più urgenti da risolvere nell’interesse della libertà e della democrazia. Si tratta spesso di problemi che la politica e le istituzioni negano o non vogliono affrontare.  Ciò accade in Italia e secondo noi accade anche in altri paesi liberi e democratici. Non possiamo affermarlo con assoluta certezza come facciamo in Italia perché in nessuno di questi altri paesi esiste un monitoraggio scientifico paragonabile a quello di Ossigeno in Italia. Il nostro lavoro però fa nascere il dubbio. In questo senso ha un valore che va al di là dei confini nazionali dell’Italia.

Apprezziamo il lavoro della Istituzioni internazionali per difendere la libertà di stampa e documentare i problemi. Ma vorremmo che facessero di meglio e di più. Il diritto all’informazione permea tutti gli altri diritti eppure è ancora uno dei diritti umani più trascurati. E’ poco conosciuto, poco rivendicato, poco difeso. Le istituzioni dovrebbero promuoverlo di più. Perché in queste condizioni è arduo difenderlo di fronte a chi ne ostacola o impedisce il libero esercizio. É difficile ottenere la dovuta attenzione dalla politica e dalle istituzioni, anche a fronte di gravi situazioni ampiamente documentate che richiedono interventi legislativi, regolamentari e di altro tipo di assoluta urgenza. In Italia c’è voluto uno sforzo enorme per scalfire l’indifferenza e il silenzio della politica, delle istituzioni e dei media, per ottenere alcuni importanti impegni, ai quali purtroppo ancora non seguono provvedimenti e decisioni conseguenti.

Confidiamo che le Nazioni Unite riescano a implementare fra gli obiettivi del loro Piano per lo Sviluppo Sostenibile anche l’obiettivo (Goal 16.10) sul diritto di accesso all’informazione e la protezione dei giornalisti e ci auguriamo che questo parametro possa diventare un indicatore universale dell’affidabilità di ogni paese. Ma ci vorrà ancora molto tempo.

Perciò Ossigeno ha salutato con vivo compiacimento il primo Rapporto sull’attuazione dello Stato di diritto nell’Unione Europea approvato nelle scorse settimane dalla Commissione Europea. Esso indica nel modo più chiaro il diritto all’informazione come un parametro rilevante per valutare un paese. Questo rapporto traccia la prima mappa dell’attuazione dello Stato di diritto nei 27 paesi europei e questa mappa è già diventata condizionante per l‘erogazione dei fondi europei ai singoli paesi membri. Però, allo stesso tempo, abbiamo dovuto constatare che per quanto riguarda l’Italia in questo rapporto ci sono ampie e ingiustificabili reticenze sulle violazioni del diritto all’informazione: non si tiene conto del numero delle violazioni accertate e documentate da Ossigeno e dal Ministero dell’interno italiano, si preferisce citare centri di osservazione che segnalano molte meno violazioni di quelle accertate. Speriamo che queste reticenze vengano superate. Per essere credibili le istituzioni non devono chiudere gli occhi quando osservano la cruda realtà.

Apprezziamo molto anche questo rapporto dell’OSCE Office for Democratic Istitutions and Human Rights (ODIHR) che sarà pubblicato sulla visita del 2018 in Italia durante la quale è stata consultata anche la nostra Associazione. Siamo grati all’ODIHR per aver citato numerosi documenti di Ossigeno. Noi condividiamo lo spirito delle Raccomandazioni che sono in discussione e saranno allegate a questo rapporto, in particolare quella in materia di diffamazione. In Italia l’uso strumentale della diffamazione è molto diffuso. Ossigeno lo ha documentato con dati ufficiali del Ministero della Giustizia.

Le false accuse di diffamazione sono lo strumento di intimidazione e ritorsione più incisivo e di più largo impiego. Questa strumentalizzazione fa funzionare la giustizia alla rovescia e limita moltissimo la libertà di stampa e il diritto all’informazione. Tutti sanno che ciò avviene da 70 anni ed è consentito dalla legislazione e dalle procedure giudiziarie attuali, che perciò richiedono profonde innovazioni, da tempo chiaramente indicate. Purtroppo però i progetti di legge che il Parlamento italiano sta discutendo proprio in questi giorni propongono modifiche che non vanno nella direzione auspicata dalle vostre Raccomandazioni toni. Vanno nella direzione opposta ed è preoccupante che siano sostenute da tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento. Se il parlamento approverà queste modifiche la libertà di informazione, la stampa e l’attività dei difensori dei diritti umani subiranno gravissime limitazioni.

ASP

Leggi l’articolo sul seminario dell’Osce

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