Libertà di stampa

WPFD 2024. Ossigeno lancia allarme: in Italia più di un giornalista minacciato al giorno

Alla Casa del Jazz un dibattito nella Giornata mondiale per la libertà di stampa. Cosa hanno detto relatori e ospiti 

OSSIGENO 3 Maggio 2024 – Sono 7.172 gli operatori dei media minacciati in Italia dal 2006. È il nuovo dato dell’Osservatorio di Ossigeno presentato a Roma, il 3 Maggio, alla Casa del Jazz in occasione del convegno che si svolto in occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa. Qui il Report completo 

Nel dettaglio, sono 133 i giornalisti minacciati in italia nei primi 90 giorni dell’anno, più di uno al giorno, segnale che “la febbre è ancora alta e che la situazione è grave e preoccupante”, rileva il presidente di Ossigeno, Alberto Spampinato ricordando che fra le iniziative di ossigeno c’è la consegna del Pannello della Memoria che ricorda trenta giornalisti uccisi perché “Cercavano la verità”.

E’ una mattinata all’insegna del lancio di un nuovo coordinamento Roma-Palermo, un convegno svolto in simultanea nelle due città, con momenti di approfondimento e testimonianze dirette, suggellato dalla firma di un documento di intesa fra Ossigeno, le associazioni della stampa, i sindacati dei cronisti e gli ordini professionali dei giornalisti di Lazio e Sicilia, da parte dei loro rappresentanti .

“Questo coordinamento Roma-Palermo delle iniziative in memoria dei giornalisti uccisi e delle vittime della mafia ci consentirà di ragionare sul tema delle infiltrazioni della criminalità organizzata”, commenta il segretario del sindacato Cronisti Romani, Fabrizio Peronaci.

Due le figure cui è stato dedicato il convegno: Cosimo Cristina, il primo giornalista ad essere ucciso in Italia per mano della mafia, di cui ricorre l’anniversario della morte il prossimo 5 maggio, e Peppino Impastato, “un punto di riferimento, soprattutto per i ragazzi”, nel ricordo di sua nipote Luisa: “Peppino attraverso l’utilizzo della radio ha sperimentato nuove forme di comunicazione utilizzando gli strumenti della satira e dell’ironia diventando una spina nel fianco per la mafia”.

Se a Roma la Casa del Jazz nasce dalla confisca di una villa appartenuta ad un boss della criminalità organizzata e rappresenta un luogo profondamente simbolico restituito alla pubblica fruizione, a Ciaculli, frazione di Palermo, uno dei luoghi simbolo della lotta alla mafia è il Giardino della Memoria: “un’area verde ricca di agrumeti e alberi da frutto, dove ad ogni targa dedicata ad una vittima è associato un arbusto”. Un luogo che, come spiega la presidente del Gruppo Cronisti Siciliani, Claudia Brunetto,“intendiamo restituire alla collettività”.

Ossigeno per l’informazione ha “il grande merito di offrire una speranza e dare spazio alla dignità, distinguendo il bene dal male”, sottolinea il segretario di Stampa Romana, Stefano Ferrante, dando merito che “chi è impegnato oggi si sente meno solo”.

Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sicilia, Roberto Gueli, pone l’accento sulla necessità “della memoria e della verità: senza la verità è difficile capire il presente. Dobbiamo mantener ferma la determinazione a informare correttamente l’opinione pubblica, soprattutto i più giovani”.

“Avremo modo di sviluppare iniziative comuni rafforzando la visibilità di questi due importanti memoriali”, dice Roberto Leone, presidente dell’Associazione Stampa Siciliana.

“Sensibilizzare le giovani generazioni, costituire una scorta mediatica ma soprattutto puntare sulla formazione e sul rigore deontologico” sono i punti chiave su cui puntare secondo il presidente dell’ordine dei giornalisti del Lazio, Guido D’Ubaldo, che cita preoccupato i dati di Reporters Sans Frontières in cui emerge che l’Italia è scesa dal 41 al 46esimo posto: “un segnale preoccupante sul momento che stiamo attraversando e sulle difficoltà che incontrano oggi i giornalisti”.

Nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale per la libertà di stampa, il segretario di Ossigeno, Giuseppe Mennella, cita la recente depenalizzazione del reato di diffamazione a mezzo stampa in alcuni paesi africani, evidenziando come invece in Italia i tentativi di riformare e aggiornare le norme “sono come una lunga telenovela che dura ormai da 25 anni. Con le nuove norme in discussione arriveremo alla dittatura della dettatura, rileva”.

Nel suo intervento la giornalista Grazia Pia Attolini, ricorda che nel 2020, in pieno lockdown per il Covid, i volontari di Ossigeno hanno creato il portale giornalistiuccisi.it che raccoglie storie e approfondimenti dei 30 giornalisti uccisi da mafie, guerre e terrorismo, perché cercavano la verità.

Di alcuni di loro è stato condiviso un ricordo nell’evento odierno nelle parole di amici e familiari presenti in sala o collegati da remoto.

Adelaide Palmisano, figlia di Marcello Palmisano, sottolinea la connessione tra libertà di informazione e diritto ad essere informati ricordando che “abbiamo bisogno di tanti giornalisti con la schiena dritta”.

Marco Valle parla di Almerigo Grilz: un amico fraterno, che voleva raccontare la realtà senza parametri ideologici. Almerigo ci ricorda che informare è sempre un dovere, ma che va fatto in forma libera e sana”.

Gianmario Siani, nipote di Giancarlo Siani, spesso ospite nelle scuole per raccontarne la storia ai più giovani, ribadisce che “per andare a fondo bisogna studiare e capire. Giancarlo oggi parla ancora ed è forte il nostro impegno in sua memoria”.

Alfonso Lo Cascio ricorda così Cosimo Cristina: “per troppi anni non si è parlato di lui. Cosimo Cristina raccontava la mafia del suo territorio e faceva nomi e cognomi. Fu ucciso non solo per quello che scriveva, ma soprattutto per quello che stava per scrivere. Dobbiamo recuperare la memoria storica”.

Egidia Beretta, mamma di Vittorio Arrigoni, lo ricorda commossa: “con la sua penna così puntata ma al tempo stesso piena di umanità ha saputo rendere onore al giornalismo e, pur minacciato di morte, ha scelto di raccontare”.

Nicola De Palo, cugino di Graziella De Palo, lancia un appello al governo affinché “la verità venga fuori. Il più delle volte, quando si parla di giornalisti uccisi, non si riesce ad avere verità né giustizia. In questo caso la verità e la giustizia si possono raggiungere, ma le istituzioni italiane non vogliono”.

“Le istituzioni non sono mai vicine ai familiari quando serve”, chiosa Milenka Ota, moglie di Alessandro Ota: “ancora non abbiamo verità e giustizia per l’uccisione di mio marito, devo sottolineare che le istituzioni non ci sono, non sono accanto alle persone quando queste ne hanno più bisogno”.

A tale unanime denuncia arriva prontamente il supporto di Ossigeno nelle parole di Alberto Spampinato: “il segreto di Stato non può fare da scudo al diritto e alla ricerca della verità. Proviamo a unire le forze e a lottare insieme”, annuncia dal palco chiudendo la sessione dei lavori del convegno di oggi.

DAR

Rivedi il video del convegno 

Leggi il Report sui giornalisti minacciati nel primo trimestre 2024

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