IN BREVE – Cosa ha visto Ossigeno dal 23 al 29 settembre 2023

Newsletter del 30 settembre 2023

Rassegna periodica delle notizie pubblicate da Ossigeno per l’Informazione, osservatorio sulle intimidazioni e le minacce ai giornalisti e le notizie oscurate in Italia

Questa settimana Ossigeno ha parlato di:

Cesare Minniti, Debora Borgese, Gianfranco Leonarduzzi , Fabrizio Dall’Orso

Il 2023 è partito male. In Italia nei primi sei mesi del 2023 Ossigeno ha documentato minacce e intimidazioni nei confronti di 234 giornalisti e ha trovato conferma di una minore volontà di denunciare le intimidazioni e le minacce subite. Ossigeno ha presentato lunedì 25 settembre questi dati e otto storie esemplificative. Invitiamo a leggere qui il resoconto della giornata e qui il Rapporto completo e a  rivedere il  video del convegno.

Il clima difficile in cui lavorano i cronisti in Italia è confermato anche dagli episodi concreti segnalati questa settimana su www.ossigeno.info :  aggressioni a Reggio Calabria, querele rivelatesi pretestuose a Udine, Catania e Roma. E ci sono anche altri segnali di questo clima determinatosi a seguito di una assoluta mancanza di contromisure. Segnali, ad esempio, di disprezzo della funzione e del ruolo proprio dei giornalisti, del loro diritto di divulgare fatti di interesse pubblico e di porre domande. Fra questi segnali, la risposta diversiva e offensiva data il 25 settembre dal ministro del Made in Italy Adolfo Urso a Bruxelles a una domanda specifica di un giornalista. “Capisco – gli ha detto – che lei appartiene a una categoria privilegiata e non si rende conto di quello che invece riguarda i cittadini comuni, che vivono con stipendi a reddito basso” (vedi qui).

C’è stata anche una battuta del magistrato Nicola Gratteri, neo procuratore della repubblica di Napoli, che a Modena, a un convegno del sindacato dei giornalisti, ha fatto notare l’esigenza di una più puntuale ed energica autodifesa della categoria di fronte al maturare di nuove norme, come la la riforma Cartabia, che ha introdotto nuove limitazioni alla cronaca giudiziaria in nome della presunzione di innocenza (vedi qui). Tutto ciò mentre nel Parlamento europeo matura la volontà di introdurre sia norme che consentirebbero un ampio uso dello spyware per controllare i giornalisti sia norme anti-SLAPP ingenuamente attese come la panacea di tutti i mali, compreso quello italiano del dilagare incontrastato dell’uso intimidatorio delle querele per diffamazione, che solo adeguati interventi del Parlamento italiano possono curare.

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