Osservatorio

Italia. 234 giornalisti minacciati tra gennaio e giugno 2023

Il Rapporto dell’Osservatorio Ossigeno. 1,3 vittime al giorno. Solo il 22% ha denunciato. Numeri, storie, tendenze presentati il 25 settembre a Roma nel corso del convegno “Più minacce, meno denunce”

OSSIGENO 26 settembre 2023 – In Italia aumentano le minacce ai giornalisti, ma diminuiscono le loro denunce per chiedere la punizione dei responsabili. E’ questa la preoccupante tendenza, già emersa nel 2022, che trova conferma nelle rilevazioni dell’Osservatorio Ossigeno per l’Informazione effettuate nel primo semestre del 2023.

E’ una novità che segnala un peggioramento della situazione in Italia, una novità della quale il mondo giornalistico non ha ancora una chiara percezione.

Da un lato, le intimidazioni e le minacce nei confronti dei giornalisti rimangono frequenti e molto numerose (sono più numerose di ogni altro paese dell’Unione  Europea), dall’altro  invece diminuisce il numero dei giornalisti che trovano la forza e il coraggio di denunciare alle autorità le violenze e gli abusi subiti e di chiedere la riparazione dei torti e la condanna degli aggressori.

Il calo delle denunce dice che in Italia molti giornalisti hanno meno fiducia di prima nella giustizia e nella capacità riparatoria dello Stato. I dati rilevati da Ossigeno lo dicono chiaramente e quelli diffusi dal Centro di documentazione del Ministero dell’Interno lo confermano con i numeri. Questo Rapporto lo documenta in dettaglio.

Nei primi sei mesi del 2023 l’Osservatorio Ossigeno per l’Informazione ha rilevato in Italia 83 episodi di intimidazione e minaccia a danno di 234 giornalisti. In media 1,3 vittime al giorno.

Nello stesso periodo nel 2022, impiegando più osservatori e più risorse finanziarie (+35%) Ossigeno aveva rilevato 107 episodi (+24%) e contato 359 giornalisti minacciati (+34%).

ANNO n. episodi n. minacciati Risorse dell’Osservatorio
2022 107 359 65
2023 83 234 100
Differenza -24% -34% -35%

NUMERO DEI MINACCIATI E RISORSE DEL MONITORAGGIO – Ossigeno ritiene che nel 2023 il numero dei minacciati non sia diminuito. Infatti il calo numerico delle minacce rilevate nel primo semestre 2023, di circa un terzo rispetto all’anno precedente, deve essere parametro all’analoga diminuzione delle risorse impiegate (come mostra la tabella). Se avesse potuto impiegare le stesse risorse del 2023  e non il 35% in meno, Ossigeno avrebbe potuto segnalare più episodi e più minacciati, probabilmente lo stesso numero del 2022, perché da dieci anni le intimidazioni sono molte più di quelle che l’Osservatorio è in grado di sottoporre alla verifica dei fatti a cui ogni episodio viene sottoposto prima di essere conteggiato, inserito nelle statistiche e segnalato pubblicamente. Inoltre di anno in anno varia il numero di episodi per i quali è minacciato un numero elevato di giornalisti.

IL NUMERO DELLE DENUNCE – Il Monitoraggio di OSSIGENO del 2022 (leggi il rapporto) aveva messo in evidenza un aumento delle minacce. Il confronto con i dati pubblicati dal Centro di documentazione del Viminale aveva evidenziato una contestuale diminuzione delle denunce da parte delle vittime. (LEGGI)

I dati parziali resi noti il 16 agosto 2023 dal Ministero dell’Interno confermano la tendenza: il Dossier 2023 con i dati dell’attività del Ministero dell’Interno nel primo semestre del 2023 dice che le intimidazioni contro i giornalisti rilevate dalle denunce da loro presentate sono diminuite del 28,12%. Dalle 64 del 2022 si è passati alle 46 di quest’anno: di queste ultime, 4 hanno una matrice di criminalità organizzata, 21 sono riconducibili all’attività socio politica e 21 ad “altro”. La Lombardia risulta in questo primo semestre del 2023 la regione con il maggior numero di intimidazioni a giornalisti (11) seguita da Lazio (7), Campania (6), Puglia (4) e Sicilia (4). (Fonte AGI)

Secondo i dati rilevati da Ossigeno, nel primo semestre 2023 il 62% degli operatori dei media aggrediti o minacciati non ha fatto denuncia, si è affidato alla giustizia solo il 22%, per il 16% restante Ossigeno non è riuscito a sapere se hanno denunciato o meno.

PIU’ INTIMIDAZIONI DAGLI AMMINISTRATORI LOCALI – Le tendenze del primo semestre mostrano inoltre un raddoppio degli episodi intimidatori contro chi fa informazione locale da parte degli amministratori pubblici, che ricorrono allo strumento delle querele per diffamazione a scopo temerario o ad avvertimenti.  Sono l’11% del totale, erano il 6% nello stesso periodo un anno fa.

MINACCE DA STADIO – In aumento anche gli episodi provenienti dalla tifoseria calcistica organizzata: erano il 2% nei primi sei mesi 2022, rappresentano il 10% da gennaio a giugno 2023.

VITTIME DI GENERE – Il 22% delle vittime registrate nei primi sei mesi del 2023 è rappresentato da donne. Tra le giornaliste, il 15% ha subito attacchi discriminatori connessi al genere, nella forma di insulti e minacce sessisti. Nel 2022, nello stesso periodo, le donne erano state il 25% del totale del minacciati, di cui il 36% vittime di minacce di genere (Leggi).

Tabella 2: TENDENZE % 2023 % 2022 Differenza %
Amministratori locali 11% 6% +5%
Minacce da stadio 10% 2% +8%
Violenze di genere 15% 36% -21%

Come ha lavorato l’Osservatorio e cosa ha trovato

NUMERO DEGLI EPISODI INTIMIDATORI – Nel primo semestre del 2023 l’Osservatorio, consultando varie fonti, ha raccolto informazioni degne di attenzione su 127 episodi di eventuale minaccia a giornalisti e altri operatori dei media. Ognuno di questi casi è stato sottoposto all’esame dell’Osservatorio con il seguente esito: 10 scartati in quanto non pertinenti, 60 verificati e certificati come effettive intimidazioni, 23 verificati e segnalati come probabili intimidazioni, 34 ancora in lavorazione. Vedi Tabella 3

Tabella 3: MONITORAGGIO VIOLAZIONI LIBERTA’ DI STAMPA E INFORMAZIONE 2023 GENN-GIU 2022 GENN-GIU
N. informazioni trovate su episodi di eventuale minaccia a giornalisti 127 150
N. episodi scartati perché non pertinenti 10 43
N. episodi giudicati di probabile minaccia 23 54
N. episodi certificati dal metodo Ossigeno 60 53
N. episodi sotto esame 34

NUMERO DEI GIORNALISTI MINACCIATI – Di ciascun episodio intimidatorio sono bersagli e vittime uno o più giornalisti. Le vittime degli 83 episodi studiati da Ossigeno tra gennaio e giugno di quest’anno sono state in totale 234. Ecco come l’Osservatorio ha calcolato questa cifra:

  • I CASI VERIFICATI E CERTIFICATI –  60 degli 83 episodi sono stati accertati in modo approfondito con il Metodo Ossigeno (leggi), sottoponendoli a un doppio livello di verifica. Ciò ha consentito di certificarli come effettive intimidazioni che costituiscono violazioni del diritto di informazione e di stabilire che hanno danneggiato 152 giornalisti esattamente individuati. I nomi di questi 152 giornalisti sono stati resi pubblici in vari modi. Ossigeno li ha aggiunti alla sua Tabella dei minacciati consultabile online, che fornisce vari dettagli su ognuno. Inoltre il Contatore di Ossigeno è stato incrementato di 152 unità. Questo contatore viene  aggiornato periodicamente. Il 1 gennaio  2006 segnava zero; il 3o giugno 2023 ha raggiunto quota 6773 . VEDI GRAFICO PROGRESSIONE CONTATORE ANNO PER ANNO. Le vicende di ciascuno di questi minacciati sono state inoltre segnalate con  notizie di qualità giornalistica pubblicate sul sito web ossigeno.info, diffuse con post sui social network, con newsletter e comunicati stampa, con dichiarazioni di solidarietà, analisi di esperti e commenti delle stesse vittime.
  • I CASI CLASSIFICATI COME INTIMIDAZIONI MOLTO PROBABILI – 23 dei 83 episodi sono stati, invece, sottoposti soltanto a una verifica di primo livello. Ciò ha consentito di classificarli come intimidazioni e violazioni molto “probabili”,  di stabilire quali giornalisti ne sono stati vittime e che il loro numero ammonta a  82 giornalisti.  Se avesse disposto di maggiori risorse (umane e finanziarie) l’Osservatorio avrebbe sottoposto anche questi 23 episodi a una approfondita verifica di secondo livello, come ha fatto per altri 60 episodi. Le limitate risorse non lo hanno consentito. Pertanto Ossigeno si è limitato a segnalare pubblicamente questi 23 episodi a danno di 82 giornalisti in modo più sintetico e con meno dettagli e non ha tenuto conto di questi 23 episodi e di questi 82 intimiditi né nella Tabella, né nel Contatore. I nomi delle vittime delle minacce “probabili” e i particolari degli attacchi che hanno subito sono illustrati  in questo articolo: “Gennaio-giugno 2023. Probabili intimidazioni a 82 giornalisti
Tabella 4: Genn-Giu 2023 CASI PROBABILI E CERTIFICATI episodi giornalisti minacciati
probabili 23 82
certificati 60 152
Tot. 83 234

 

I DETTAGLI SUI GIORNALISTI MINACCIATI – La verifica di doppio livello effettuata su ciascuno dei 60 episodi certificati ha consentito all’Osservatorio di raccogliere una serie di dettagli su ciascun caso. Ciò consente di descrivere in modo statistico la natura del fenomeno e la sua evoluzione sotto vari profili: il tipo di intimidazione, il reato o l’illecito commesso, il genere e la professione della vittima, il luogo, la tipologia sociale dell’autore della minaccia, eccetera. La documentazione raccolta contattando personalmente le vittime, offrendo loro assistenza e supporto gratuito da pari a pari, aiutandoli ad accedere all’assistenza legale necessaria, fornendola in 6 nuovi casi a titolo gratuito, ha permesso di ottenere i seguenti dati percentuali.

Tra gennaio e giugno 2023 in Italia sono state compiuti soprattutto avvertimenti nella forma di lettere minatorie, striscioni offensivi, insulti pubblicati sui social media che hanno preso di mira 68 giornalisti (45%); azioni legali pretestuose allo scopo di intimidire o mettere a tacere 54 giornalisti (35%); seguono le azioni violente che hanno coinvolto 24 operatori dei media (16%); il 2% ha subito, invece, forme di ostacolato accesso all’informazione e un altro 2% danneggiamenti all’attrezzatura di lavoro.

Tabella 5 gen-giu 2023 gen-giu 2022
TIPOLOGIA DEGLI ATTACCHI episodi giornalisti minacciati certificati episodi giornalisti minacciati certificati
Aggressioni 12 24 6 11
avvertimenti 22 68 26 93
azioni legali 22 54 21 70
danneggiamenti 3 3 0 0
ostacolato accesso informazione 1 3 0 0
tot 60 152 53 174

Analizzando nel dettaglio la tipologia di minaccia più frequente, tra gli avvertimenti, la maggior parte dei cronisti (il 32%) è stato bersaglio di minacce personali; il 23% è stato attaccato con striscioni e scritte offensive, soprattutto provenienti da ambiente calcistico: questi episodi sono aumentati dal 2 al 10% rispetto al primo semestre dello scorso anno. Infine, il 19% ha subito minacce sui social media, soprattutto Facebook, il 17% lettere minatorie con minacce di morte, il 9% insulti.

Questa la PROVENIENZA dei 60 episodi intimidatori accertati nel primo semestre del 2023: il 45% degli episodi ha avuto origine sociale (cioè sono stati compiuti da privati cittadini o associazioni), il 23% è di provenienza pubblica (eseguiti da rappresentanti delle istituzioni nazionali o locali, o partiti politici), il 10% criminale (mafia o altre organizzazioni), l’8% imprenditoriale, un altro 8% sconosciuta, il 3% infine di ambiente mediatico.

Tabella 6: Provenienza degli attacchi Genn-Giu 2023 sul totale episodi giornalisti minacciati coinvolti
criminale 6 17
imprenditoriale 5 12
sociale 27 69
pubblico 14 29
mediatico 3 11
sconosciuto 5 14
tot 60 152

Prendendo in considerazione la sola tipologia di minaccia denominata abuso di azioni legali, che comprende le querele temerarie e le cause civili pretestuose, è interessante notare che quasi la metà di queste azioni intimidatorie (il 42,8%) è stata promossa da esponenti pubblici come rappresentanti delle istituzioni locali o nazionali.

Rispetto alle altre tipologie di minaccia, i dati mostrano che gli avvertimenti sono soprattutto di origine sconosciuta; le aggressioni invece derivano per la quasi totalità da privati cittadini, come mostrano le tabelle che seguono:

Tabella 6a: provenienza ABUSO AZIONI LEGALI Genn-Giu 2023
pubblico 42,86%
imprenditoriale 23,81%
sociale 14,29%
mediatica 14,29%
criminale 4,76%
Tabella 6b: provenienza AVVERTIMENTI Gen-Giu 2023
sociale 59,09%
sconosciuta 18,18%
criminale 13,64%
pubblica 9,09%
Tbella 6c: provenienza AGGRESSIONI Gen-Giu 2023
sociale 91,67%
criminale 8,33%

DOVE AVVENGONO GLI EPISODI – Rispetto alla distribuzione geografica, sono il Lazio e l’Emilia Romagna le regioni con il più alto numero di giornalisti minacciati, come mostra la tabella che segue. A fronte del dato regionale del Lazio che conferma l’andamento degli ultimi anni, inedita, invece, risulta la posizione dell’Emilia Romagna dove nel primo semestre 2023 si sono registrati episodi di intimidazione e minaccia che hanno colpito soprattutto le redazioni di Reggio Emilia.

La Lombardia che nel 2022 era risultata la regione con il più alto numero di minacciati scende alla quinta posizione nei primi sei mesi del 2023.

Tabella 7: Genn-Giu 2023 Regioni più colpite giornalisti minacciati coinvolti %
Lazio 65 42%
Emilia Romagna 24 16%
Sicilia 18 12%
Campania 14 9%
Lombardia 9 6%
Toscana 9 6%
Umbria 6 4%
Calabria 2 1%
Puglia 1 1%
Basilicata 1 1%
Friuli Venezia Giulia 1 1%
Sardegna 1 1%
Veneto 1 1%
TOT 152 100%

Anche prendendo come riferimento la popolazione giornalistica presente in ciascuna regione, notiamo che il Lazio e l’Emilia-Romagna sono le regioni con un alto tasso di pressione intimidatoria. Nei primi sei mesi del 2023, la pressione intimidatoria (calcolata risulta più forte parimenti in Sicilia e in Umbria, seguono l’Emilia-Romagna al secondo posto e il Lazio al terzo. Nello stesso periodo del 2022, le regioni con il più alto tasso di pressione intimidatoria erano, nell’ordine: Liguria, Lombardia, Puglia e Calabria.

Tabella 8: Pressione intimidatoria genn-giu 2023 %minacciati tasso pressione
Lazio 42% 27
Emilia Romagna 16% 34
Sicilia 12% 37
Campania 9% 12
Lombardia 6% 16
Toscana 6% 4
Umbria 4% 37
Calabria 1% 7
Puglia 1% 2
Tabella 8: Pressione intimidatoria genn-giu 2022 %minacciati tasso pressione
Lombardia 26% 82
Toscana 24% 20
Puglia 10% 38
Liguria 9% 84
Lazio 6% 5
Calabria 6% 37
Abruzzo 2% 14

CHI SONO – I nomi dei coinvolti negli episodi di minaccia e intimidazione certificati sono stati inseriti nella Tabella dei giornalisti minacciati (vedi), le loro storie sono state rese note attraverso articoli pubblicati sul notiziario di Ossigeno (leggi). In particolare, ce ne sono alcune significative perché mostrano tendenze che si ripetono e illuminano sulle situazioni rappresentative del fenomeno degli abusi contro i giornalisti. La storia di Carlo Ceraso, direttore di TuttOggi, ad esempio, ci ricorda che l’Italia è il paese dove un cronista può subire un processo per satira, lungo ben dieci anni. Le parole della giudice Susanna Zanda del Tribunale civile di Firenze, invece, illuminano il campo delle richieste di risarcimento per danni di cui sono vittime i giornalisti, nonostante la correttezza del loro lavoro: il tribunale, ha detto al processo Sarzanini-Renzi, non può essere usato “come una sorta di bancomat”. Perché ricorrere alle ingiurie pubbliche invece di chiedere una rettifica? E’ questo un altro problema, comune soprattutto a molti cronisti locali come Gennaro Balzano (Gazzetta del Mezzogiorno) definito “cortigiano pezzo giornalistico” e “penna untuosa” dal sindaco di Cerignola. Le storie delle aggressioni contro Maria Assunta Cavallo (Caserta C’è), Stefania Cappa (Tgr Lazio), Rossella Puccio (freelance) evidenziano, invece, quanto sia rischioso fare cronaca in strada. Le molestie e gli insulti sessisti contro Tatiana Bellizzi (Ore14), Barbara Di Palma (La vita in diretta) e Linda Di Benedetto (Panorama) ricordano quanto possono essere correlate le discriminazione di genere e le minacce rivolte alle operatrici dell’informazione. Quanto è rischioso fare informazione in un territorio fortemente esposto all’influenza della criminalità organizzata lo dicono, infine, le minacce di morte a Marilena Natale e Ciro Pisano

VEDI I GRAFICI

LEGGI COSA HA DETTO OSSIGENO AL CONVEGNO “PIU’ MINACCE MENO DENUCE”

(Hanno collaborato alla redazione di questo rapporto Grazia Pia Attolini e Alberto Spampinato)

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