Rocchelli. La difesa di Markiv chiede di riaprire istruttoria

La Corte decide domani su: sopralluogo in Ucraina, prova balistica, acquisizione di un video, uso di un’intercettazione

OSSIGENO 30 settembre 2020 – È stata rinviata a giovedì 1° ottobre la decisione della Corte sulle richieste di appello della difesa di Vitaly Markiv, presentate nella prima udienza che si è svolta ieri al Tribunale di Milano. Gli avvocati Raffaele Della Valle e Donatella Rapetti hanno chiesto il rinnovo dell’istruttoria, un rinnovo corposo, che comprende un sopralluogo in Ucraina della Corte, l’esperimento balistico sulle armi utilizzate da Markiv, e l’acquisizione agli atti di un documentario intitolato “The wrong place”, prodotto da un gruppo di giornalisti italiani e ucraini sulla vicenda. 

La prima udienza ha avuto inizio alle ore 9. Poco prima dell’inizio, fuori dal Tribunale, una rappresentanza della comunità ucraina in Italia ha realizzato una manifestazione di protesta statica, esponendo alcuni manifesti sui quali si legge: «Giustizia per Markiv», «Markiv è innocente», «Free Vitaly Markiv». Sotto ai cappotti magliette con l’immagine di Markiv, per tutti i manifestanti un «innocente ingiustamente condannato». La comunità ucraina si è organizzata anche per garantire una forte copertura mediatica del processo: già un mese fa sono state inviate richieste di accredito da parte di testate ucraine. Lo stesso hanno fatto alcune testate russe, che seguono il processo con altrettanta attenzione, seppur da posizioni differenti. I giornalisti in attesa erano molti ma, a causa del covid-19, la presidente Giovanna Ichino ha limitato l’accesso a 12 testate: almeno altrettante sono rimaste fuori dall’aula. 

«Abbiamo esposto le nostre richieste – ha spiegato l’avvocato Raffaele Della Valle uscendo dall’aula –, durante il processo di primo grado non sono state considerate alcune prove molto importanti. Ancora oggi manca la certezza, ma per condannare occorre superare ogni ragionevole dubbio». In primis, la difesa insiste sulla richiesta di sopralluogo: «Bisogna andare sul luogo, non si può fare ricostruzioni su schizzi fatti a mano o con solo dati Gps – aggiunge Della Valle –. Cosa è avvenuto alle 17.07 del 24 maggio 2014? Markiv è sempre stato amico dei giornalisti, li ha aiutati più volte. Non ci sono prove perché Markiv possa essere condannato a 24 anni di reclusione, chiediamo l’assoluzione completa». La difesa chiede anche l’acquisizione del documentario “The wrong place”, nel quale sono presenti interviste ad esperti balistici e all’uomo che ha dato un passaggio a William Roguelon, il giornalista francese unico sopravvissuto alla sparatoria. Una testimonianza particolarmente importante per la difesa, poiché andrebbe a confermare la tesi secondo la quale i tre giornalisti si siano trovati al centro di un fuoco incrociato.

L’ACCUSA – Il giorno prima dell’udienza, il sostituto procuratore generale Nunzia Ciaravolo ha chiesto alla Corte di trascrivere una frase pronunciata dall’imputato in un colloquio intercettato in cella. La frase è stata annotata nel brogliaccio dalla polizia giudiziaria ma non trascritta dal perito incaricato, forse per un errore tecnico. Gli avvocati Della Valle e Rapetti si sono opposti.

PARTI CIVILI – Presenti in aula accanto alla famiglia Rocchelli, assistita dagli avvocati Alessandra Ballerini ed Emanuele Tambuscio, anche Beppe Giulietti, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, e Paolo Perucchini, Associazione lombarda giornalisti, costituitesi parti civili e assistite oggi dall’avvocato Margherita Pisapia. «Per sei anni non si è parlato di questa vicenda – ha detto Giulietti a Ossigeno poco prima di entrare in aula –, singolare il modo in cui era stata cancellata dall’opinione pubblica. Non ci interessano le polemiche, chiediamo alla magistratura di farci sapere cos’è accaduto nel Donbass il 24 maggio del 2014. È nostro dovere esserci».

Domani la Corte scioglierà la riserva su tutte le richieste avanzate. Nel caso in cui le istanze della difesa dovessero essere rifiutate in toto, mercoledì 7 ottobre potrebbe avere già inizio la requisitoria della difesa. Giacomo Bertoni

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