Libertà di stampa

Guy Berger (Unesco): 4 P per sicurezza cronisti

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Per il Responsabile Unesco per i media necessarie prevenzione, protezione, processo. Poi propone ‘il Potere delle persone’

Nel 2017 l’Unesco ha denunciato 80 casi di giornalisti uccisi nel mondo, di cui 3 in Europa. La maggior parte di queste uccisioni sono state commesse fuori dalle zone di guerra.
Lo ha dichiarato Guy Berger, Direttore della Divisione dell’UNESCO per la libertà di espressione e lo sviluppo dei media, al convegno di Ossigeno per l’Informazione “Giornalisti aggrediti, colpevoli impuniti”, organizzato in in Senato a Roma, in occasione della Giornata  internazionale dell’Onu per mettere fine all’impunità per i crimini commessi contro i giornalisti.
Guy Berger ha sottolineato che è dovere degli Stati tutelare gli operatori dell’informazione contro gli attacchi, che vanno dalle molestie (di cui sono vittime soprattutto le giornaliste) alle intimidazioni fino agli omicidi, e solo in un caso su dieci i colpevoli vengono puniti.

Da qui l’importanza – ha rilevato Berger – della Piattaforma di monitoraggio del Consiglio d’Europa a cui Ossigeno per l’Informazione è collegato.
Affinché i cronisti pratichino la loro professione in sicurezza servono: “prevenzione, protezione e processo”, ha affermato Berger segnalando che quest’anno l’Unesco ha aggiunto anche “il Potere delle Persone”: attraverso l’hashtag #truthneverdies incoraggia il pubblico a continuare i progetti per i quali i giornalisti hanno sacrificato la vita. Un monito agli aggressori per comunicare loro che i loro sforzi saranno comunque vani.

DEB

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