Editoriale

Aggressioni. L’intimidazione a Rossella Puccio e i cronisti bersaglio

Come aiutare i freelance che fanno cronaca per strada con foto e video e sono il bersaglio principale degli attacchi violenti 

OSSIGENO – 14 aprile 2023 – La recente intimidazione a Rossella Puccio, alla quale ignoti hanno incendiato l’automobile (leggi la notizia) ripropone il problema di fornire assistenza concreta e commisurata alla situazione da fronteggiare ai cronisti che subiscono gravi aggressioni a causa del loro lavoro, svolgendo correttamente attività giornalistica, nel rispetto dei loro doveri deontologici.

Chi sono? Molti di loro sono freelance, collaboratori esterni dei giornali e dei notiziari online o radiotelevisivi, lavorano prevalentemente fuori dalle redazioni. Sono giornalisti che preferiscono fare i cronisti di strada, gestire il loro tempo di lavoro in modo più libero e creativo di quanto possono fare i dipendenti di una testata e perciò rinunciano a cercare un impiego fisso.

Perché lo fanno? Perché fare cronaca per strada e scegliere quando e dove andare è per loro più interessante di lavorare chiusi in una redazione, al telefono o dietro un computer, o perché molte volte questo è l’unico modo di guadagnare qualcosa con il loro lavoro.

Bisogna essere grati a questi cronisti e bisogna aiutarli. Sono soprattutto questi cronisti freelance che non si preoccupano di consumare le scarpe per strada quelli che raccolgono le informazioni più fresche e più succose che troviamo sui giornali e sui notiziari radiotelevisivi o online.

Ci raccontano manifestazioni, partite di calcio, incontri pubblici, incidenti stradali, incendi dolosi, delitti, interventi delle forze dell’ordine… Corrono dove li porta l’urlo di una sirena, una nuvola di fumo o il loro fiuto personale per le notizie. Molte notizie che leggiamo sui giornali o ascoltiamo con interesse alla radio o in tv vengono dal loro lavoro.

Questi cronisti producono gran parte delle informazioni interessanti pubblicate in Italia, eppure il valore del loro lavoro non è riconosciuto come sarebbe dovuto, non si tiene conto del fatto che il loro lavoro di sentinelle sul territorio, oltre a essere scomodo, e più rischioso di quello svolto all’interno delle redazioni, di quello di molti loro colleghi con impiego fisso che spesso quando escono dalle redazioni sono muniti di protezioni e assicurazioni più o meno ampie e costose.

Lo dicono mille episodi documentati da Ossigeno: il giornalista freelance che lavora per strada per documentare i fatti di cronaca è il bersaglio ideale, preferito da chi non vuole che il suo nome, il suo volto, il suo comportamento in un luogo pubblico, il suo coinvolgimento in un episodio di pubblico interesse siano documentati dal taccuino, dalla macchina fotografica o dalla videocamera di un cronista e perciò, per impedirlo, reagiscono con violenza con aggressioni, intimidazioni, ritorsioni violente o con azioni legali (querele, cause civili, diffide). Il fatto che questi cronisti devono fronteggiare tutto ciò non è riconosciuto adeguatamente né in termini di compensi, né di protezione e di coperture assicurative. Raramente chi acquista e utilizza il frutto del loro lavoro ne tiene conto.

Chi non conosce il mondo dei giornali potrebbe dire: peggio per loro, perché non scelgono anche loro un impiego fisso? Perché per loro (quasi tutti) essere freelance è l’unico modo di guadagnare qualcosa con il loro lavoro.

Poche aziende editoriali riducono l’esposizione ai rischi del giornalismo di strada fornendo i cronisti che svolgono questa importante mansione di coperture assicurative e di altre adeguate protezioni. E’ un grande problema. Quelli che chiamiamo freelance in Italia sono i giornalisti più precari, meno pagati, meno tutelati sul piano normativo e più esposti ai rischi di ritorsione.

Fra loro, i più esposti sono quelli che fanno riprese video e fotografie in esterno. Sono loro che subiscono più minacce e aggressioni, perché la loro presenza è più visibile dei cronisti che prendono appunti su un taccuino. La presenza di questi testimoni della realtà è sempre meno tollerata, spesso è accolta con proteste, insulti, vere e proprie aggressioni anche nei luoghi pubblici.

Ossigeno per l’Informazione ha segnalato numerose aggressioni di questo tipo in tutta Italia. Fra gli episodi recenti il più clamoroso e cruento è quello compiuto a Palermo il 15 agosto 2020 sulla spiaggia di Barcarello (leggi la notizia di Ossigeno ).

Quel giorno, mentre i carabinieri sgombravano un accampamento abusivo sull’arenile, la giornalista freelance Rossella Puccio fu colpita con calci, pugni, testate, riportando lesioni guaribili in 15 giorni. Le persone inferocite furono fermate dai carabinieri, anch’essi aggrediti, minacciati, uno di loro con la sua stessa pistola che gli era stata presa dalla fondina. Il processo agli aggressori avrà inizio fa maggio 2023 un mese. Nel frattempo, un mese prima, il 1 aprile 2023, ignoti incendiari hanno dato fuoco all’automobile della famiglia Puccio. Il gesto non è stato rivendicato né sono stati trovati i colpevoli. Ma è facile immaginare, appare probabile che sia una intimidazione alla giornalista in vista del processo di maggio. Lo dice Ossigeno, rispettando la scelta di Rossella Puccio di affidarsi alle indagini in corso senza fare ipotesi.

Ma tornano attuali le queste sue dichiarazioni rilasciate a il 17 novembre 2021 a Ossigeno, a cui aveva chiesto una mano. “Ho dovuto fare i conti da sola con questa brutta vicenda (dell’aggressione del 15 agosto 2020 a Barcarello, ndr). La solidarietà in questi casi è utile, ma non basta. Ossigeno mi ha teso una mano concreta con l’assistenza legale. Siamo giornalisti, ci occupiamo di parole e non dovremmo svuotarle con le azioni. Ho subito un forte stress post traumatico dopo quell’esperienza e  per questo colgo l’occasione per lanciare una proposta di ulteriore aiuto concreto per i giornalisti che subiscono minacce: l’istituzione di uno sportello di supporto psicologico. Potrebbe occuparsene l’Ordine. Il trend delle minacce è in aumento; la maggior parte dei cronisti lavora da freelance e non ha le risorse per permettersi un aiuto del genere, che invece è importante per superare la paura”. Leggi il testo integrale della dichiarazione

Ossigeno accolse questo appello rilanciandolo e accogliendo la sua richiesta di assistenza Legale e decidendo di costituirsi parte civile. Adesso finalmente anche altri stanno accogliendo in vari modi questo appello, aggiungendo altri interventi. Può essere il primo passo per affrontare questi problemi che riguardano anche altri cronisti.

Episodi che richiederebbero interventi analoghi sono stati riscontrati in Sicilia e varie parti d’Italia e sono documentati dal notiziario di Ossigeno. A titolo esemplificativo, restando in Sicilia, un episodio che si è verificato a Favara (Agrigento) il 29 novembre 2022 contro i giornalisti locali e gli inviati accorsi a mostrare il luogo in cui era stato assassinato un medico leggi . Inoltre il 28 maggio 2021 sono aggrediti i cronisti Igor Petyx e Rosaria Bonfardino leggi. Numerosi cronisti sono stati aggrediti mentre documentavano il mancato rispetto delle misure anti covid da parte degli esercizi pubblici.

Che fare?

Oltre ad assistere concretamente le vittime di queste minacce e aggressioni, bisogna fare capire a tutti quali sono le prerogative dei giornalisti e i loro doveri. Bisogna insegnarlo nelle scuole. E ogni volta che un giornalista subisce un’aggressione bisogna dargli solidarietà e aiutarlo senza se e senza ma. Non si può lasciarlo solo, mai, perché nulla può giustificare una atteggiamento passivo o attendista di fronte all’uso della violenza contro un giornalista che sta facendo il suo lavoro. Se l’aggredito ha sbagliato qualcosa, ci sarà tempo per chiarirlo e per punire severamente eventuali scorrettezze.

Se vogliamo fermare questo massacro di bravi cronisti i compagni di lavoro dell’aggredito e gli organi della categoria devono  aiutare sistematicamente, i cronisti aggrediti. Di fronte a casi come quello di Rossella Puccio gli altri giornalisti devono provare a  immedesimarsi nella sofferenza della vittima e aiutarla: a superare il trauma che ha subito (perché oltre alle lesioni fisiche c’è anche questo problema) e a fronteggiare gli aggressori in tribunale.

Rossella credeva che questo aiuto fosse già previsto dalla sua categoria. Lo dava per scontato. Invece ha dovuto cavarsela da sé. Ossigeno l’ha consigliata, l’ha aiutata a costituirsi parte civile nel processo che è iniziato a Palermo il 20 gennaio 2023, ha scelto di essere parte civile al suo fianco. Ma non basta. ASP

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.