Formazione

Ossigeno dà voce e difende i cronisti sotto attacco dei poteri

L’evoluzione delle modalità di attacco al diritto di informare. Alcuni casi emblematici dal 2006 ad oggi

OSSIGENO 19 marzo 2021 – Ossigeno per l’informazione racconta le vicende dei giornalisti e degli operatori dell’informazione intimiditi e minacciati per raccontato la verità. E le intimidazioni crescono nel silenzio, nella solitudine dei cronisti, spesso abbandonati anche dal proprio editore.

Questo il cuore degli interventi di Raffaella Della Morte, giornalista di Ossigeno, e di Andrea Di Pietro, avvocato responsabile dello sportello di assistenza legale di Ossigeno, durante il Seminario dell’Università di Roma Tor Vergata in collaborazione con Ossigeno per l’Informazione e Ordine dei Giornalisti del Lazio su “Fake news e violazioni della libertà di stampa” – Modulo II su “I limiti del diritto all’informazione”.

“Spesso parliamo di giornalisti che lavorano nelle testate online e nelle testate locali, giornalisti che rischiano di scontrarsi ogni giorno con i poteri forti delle loro città, come accaduto a Claudio Ceraso (leggi) – ha spiegato Raffaella Della Morte –. Una grave minaccia oggi sono le querele pretestuose: nel 2019 gli abusi del diritto sono stati pari al 30,8% delle minacce. Un esempio? La vicenda di tre giornalisti del Giornale di Sicilia, assolti dopo 17 anni di processo (leggi)”.

“In Italia – ha ricordato Andrea Di Pietro – la diffamazione è ancora punita con la pena detentiva, e ciò provoca un effetto scoraggiante in chi fa informazione. Come sportello legale di Ossigeno possiamo dire con soddisfazione che il 99% dei casi seguiti si è risolto con proscioglimento e assoluzione del giornalista. Ossigeno è intervenuto in tante occasioni nelle quali il giornalista era stato lasciato solo, come accaduto a Enrico Fierro (leggi), abbandonato durante il processo anche dal suo editore”.

“Ossigeno prova a dare voce anche agli operatori dell’informazione che subiscono sequestri – ha aggiunto Raffaella Della Morte – Emblematico il caso del blog Butac (BufaleUnTantoAlChilo), oscurato interamente nonostante fosse stato querelato soltanto un articolo (leggi)”. A tal proposito l’avvocato ha spiegato che: “Il tema dei sequestri si è risolto tra il 2015 e il 2016 con due sentenze delle Sezioni Unite, entrambe aventi come oggetto l’estensibilità delle tutele costituzionali alle testate telematiche. Ad oggi sono ancora esclusi i blog e i portali informativi, che non godono delle stesse garanzie costituzionali. Quando però un organo informativo si struttura come attività professionale, con un direttore responsabile e una testata, deve poter usufruire delle stesse tutele delle quali gode l’informazione professionale”.

GB

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