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Violazioni verificate

Palermo. Non diffamarono ex Assessore. 17 anni per stabilirlo

La Corte di Cassazione ha confermato l’assoluzione della Corte d’Appello emessa dopo la condanna in primo grado. I fatti riferiti erano veri anche se riferiti in modo impreciso

Il 26 giugno 2020, a 17 anni dai fatti, la Corte di Cassazione ha assolto definitivamente tre giornalisti di Palermo accusati di diffamazione dall’ex Assessore al Bilancio della Provincia di Palermo Maurizio Pirillo, che li aveva citati per danni. L’ex assessore Pirillo deve ora rimborsare più di 7 mila euro di spese legali.

I giornalisti sono Giovanni Pepi, Riccardo Lo Verso e Luca La Mantia, processati in merito a tre articoli pubblicati sul Giornale di Sicilia nel settembre del 2003 nei quali davano notizia dell’iscrizione dell’allora assessore nel registro degli indagati. Ne da notizia il sito francoabruzzo.it con un articolo a firma di Pierluigi Franz, che considera questa vicenda esemplificativa delle lungaggini della giustizia italiana.

La Cassazione ha confermato la sentenza assolutoria pronunciata nel 2018 dalla Corte d’Appello di Palermo. Il Tribunale del capoluogo siciliano, nel 2012, aveva condannato i giornalisti e l’editore accogliendo in parte la richiesta di risarcimento dei danni del politico rilevando “l’insussistenza dell’esimente del diritto di cronaca perché i tre articoli avevano violato il principio di verità”, essendo emerso che il reato che gli era stato contestato riguardava una diversa ipotesi di reato.

Nel 2018 i giudici d’Appello invece avevano stabilito che il fatto narrato nei tre articoli era da considerarsi vero nei suoi aspetti generali nonostante fosse stata riferita una circostanza inesatta. Per questo motivo avevano respinto la richiesta di risarcimento di Pirillo. Decisione confermata dalla Cassazione.

DB

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