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Reggio Emilia. Assolta in appello cronista che reagì a aggressione

Non ha percosso la donna che la accusava di averla schiaffeggiata e le aveva chiesto i danni. Accadde nel 2014 dopo un incidente stradale

OSSIGENO 20 gennaio 2023 – Il Tribunale di Reggio Emilia, con sentenza d’appello del 20 settembre 2022, ha assolto l’operatrice di Telereggio Ines Conradi, dall’accusa di avere schiaffeggiato Elisabetta Severi, che insieme al padre Carlo Emore Severi, a ottobre 2014 l’aveva aggredita mentre lei filmava per il telegiornale della tv emiliana (vedi Ossigeno) la scena di un incidente stradale appena avvenuto.

Per la giudice Cristina Beretti “il fatto non sussiste”. In primo grado la videocronista era stata condannata per percosse a 440 euro di multa, e a risarcire alla donna 1.500 euro di danni e 1.300 di spese legali. Ines Conradi è stata assistita dall’avvocato Giuseppe Benassi.

Carlo Emore Severi, che aveva picchiato e ferito l’operatrice con un coltellino da funghi, è stato invece già condannato in primo grado a 4 mesi di reclusione con la condizionale per violenza privata, al risarcimento dei danni e al pagamento delle spese processuali. Appellata la sentenza, il tribunale di Reggio Emilia l’ha in parte ribaltata, confermando la condanna in sede civile, ma assolvendo l’uomo su quello penale (leggi).

L’APPELLO – La giudice d’appello si è pronunciata sulla base della visione della prova principale acquisita, e cioè le registrazioni della telecamera che Ines Conradi aveva in mano, che ha continuato a registrare i fatti per tutto il loro svolgimento. <>.

IL COMMENTO– Ines Conradi ha preferito non commentare e ha lasciato che a farlo fosse il direttore di Tg Reggio, Gabriele Franzini, che ha detto a Ossigeno: “ Questa sentenza ci consente di continuare ad avere fiducia nella giustizia, perché parte dall’esame dei fatti, cioè dalla registrazione audio e video realizzata da Ines, che documenta l’aggressione dall’inizio alla fine. E poi analizza in modo critico le diverse versioni, soppesando la credibilità delle testimonianze e usando il buon senso per leggere la dinamica dei fatti. Dovrebbe essere la normalità, ma purtroppo non è così. Lo dimostra la sentenza emessa negli stessi giorni dalla Corte d’Appello di Bologna, che ha condannato ai fini civili gli aggressori di Ines, ma li ha assolti sul piano penale. Ciò che ci ha lasciato di stucco non è tanto l’assoluzione, quanto la ricostruzione dei fatti. L’uso del coltello da parte di uno degli aggressori nella sentenza di primo grado viene definito “meramente difensivo” e comunque “non invasivo” e la condotta degli imputati “può essere collocata nella legittima difesa”. Nella stessa sentenza, si leggeva che Ines, anziché tentare di fare il suo lavoro, “avrebbe anche potuto allontanarsi”. Davvero paradossale”.

OSSIGENO per l’Informazione esprime nuovamente solidarietà alla video-cronista Ines Conradi che ha dovuto attendere 8 anni per vedere riconosciuta la correttezza del suo operato difronte a una aggressione fisica che ha subito mentre faceva legittimamente il suo lavoro, impedita nei movimenti poiché imbracciava una telecamera. In questi anni, Ines Conradi non ha soltanto atteso a lungo, ha anche subito condanne ingiuste che hanno negato il suo ruolo di vittima, l’hanno fatto apparire come una persona violenta. Una grande sofferenza. La sua vicenda ci dice che il lavoro dei cronisti che vanno in strada, in prima linea, a documentare i fatti, comporta anche questo rischio. Andrebbe riconosciuto, trattato con maggiore solidarietà e piene garanzie assicurative e contrattuali che, non in questo ma in molti altri casi, mancano.

LT

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