IN BREVE da Ossigeno | Rassegna 28 gennaio -1 marzo 2024

Newsletter del 2 marzo 2024

Rassegna periodica delle notizie pubblicate da Ossigeno per l’Informazione, osservatorio sulle intimidazioni e le minacce ai giornalisti e le notizie oscurate in Italia

In queste settimane Ossigeno ha parlato di: Alberto Salmè, Josè Trovato, Il Giornale di Vicenza, Giuseppe Spallino, Stefano Origone, Antonio Mazzeo, Massimiliano Scagliarini, Giorgia Mennuni, Fernando Bocchetti, Gianpaolo Sarti, Giovanni Del Giaccio, Marco Lombardi, Pino Neri, Mariano Giustino, Thomas Mackinson e Manuele Bonaccorsi, Paolo Orofino, Vincenzo Iurillo, Marco Zavagli, delle redazioni di La Provincia di Cremona, il Secolo XIX, Genova 24 e Il vostro giornale, delle sedi regionali della Rai a Venezia, Terni e Catania.

A gennaio-febbraio 2024 il monitoraggio dell’osservatorio Ossigeno ha confermato che in Italia l’intolleranza verso i giornalisti che pubblicano notizie sgradite al potere rimane alta e si manifesta in varie forme non adeguatamente contrastate: violenze, intimidazioni, abuso di azioni legali, denigrazioni. Il notiziario ossigeno.info ne ha fornito numerosi esempi: giornalisti che hanno meritato la tutela delle forze dell’ordine, altri intercettati senza essere indagati,  intere redazioni che hanno subito minacce con scritte murali, cronisti insultati pubblicamente, altri che hanno dovuto affrontare lunghi processi prima di vedere riconosciuto il loro diritto di pubblicare informazioni, un cronista che ha saputo casualmente di essere stato querelato già da tempo…

Il clima è pesante ma il dibattito pubblico non parla di queste cose. La politica ha altri pensieri e non corre ai ripari anche se la Camera dei deputati ha trovato il tempo di discutere sei mozioni su questa materia vedi Prevalgono divisioni politiche e ideologiche che non dovrebbero pesare di fronte a un problema così evidente e drammatico. Così l’idea stessa di libertà di stampa appare incerta, indebolita. Lo dice anche il livello (basso) del dibattito sul caso di Julian Assange, detenuto da anni per avere rivelato documenti che provano crimini di guerra e ora rischia l’estradizione negli Stati Uniti dove potrebbe essere condannato a oltre cento anni di carcere. Il dramma ci riguarda da vicino. Eppure è avvertito come se si svolgesse in un altro mondo, come se meritasse solo una solidarietà di facciata, come se non ponesse un problema anche a noi. In Italia, paese in cui per molto meno è stato invocato il segreto di stato, in cui si può aggirare il segreto professionale di un giornalista senza violare la legge, faremmo bene a chiederci che cosa rischierebbe un giornalista che facesse rivelazioni analoghe a quelle di Juian Assange, e in forza di quali leggi attive e dormienti del nostro ordinamento.

IN PRIMO PIANO

Calabria. Il caso del cronista Orofino intercettato con un trojan – Senza essere indagato, durante le indagini per corruzione giudiziaria sul procuratore capo di Castrovillari traferito dal CSM
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Campania. la polizia tutela il cronista Vincenzo Iurillo del ‘Fatto’ – Dopo ripetute minacce e intimidazioni di un imprenditore edile della costiera sorrentina finito ai domiciliari Leggi

Libertà di stampa. A Montecitorio 6 mozioni spezzettate in 195 parti – Per i molti distinguo fra le forze politiche – Approvato per intero solo il documento della maggioranza Leggi

MEMORIA

In Italia il mese di gennaio è molto triste per i giornalisti. Ossigeno lo ha chiamato il “mese dei morti”, perché sei dei trenta operatori dell’informazione uccisi nel corso degli ultimi sessant’anni hanno perso la vita nel primo mese dell’anno. Sono Giuseppe “Pippo” Fava (Catania, 5 gennaio 1984), Giuseppe “Beppe” Alfano (Barcellona Pozzo di Gotto, 8 gennaio 1993), Mario Francese (Palermo, 26 gennaio 1979), Marco Luchetta, Alessandro “Sasa” Ota e Dario D’Angelo (Mostar, 28 gennaio 1994). Ossigeno li ha ricordati arricchendo la documentazione su ciascuno di loro con nuove testimonianze su “Cercavano la verità” www.giornalistiuccisi.it

A febbraio Ossigeno ha invece ricordato il telecineoperatore del TG2 Marcello Palmisano, inserendo sul portale il ricordo che il cronista Mauro Montali pubblicò il giorno dopo l’uccisione su l’Unità.

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