Questo episodio rientra tra le violazioni verificate da Ossigeno per l'Informazione

Violazioni verificate

Ossigeno ha accertato altre 13 minacce

Fra il 29 gennaio e il 7 febbraio 2019. Dall’inizio del 2019 più di una al giorno. Leggi i nomi dei cronisti presi di mira e i dettagli

“Ossigeno per l’Informazione” ritiene che gli episodi di seguito descritti rappresentino ingiustificabili violazioni della libertà di espressione e di stampa. Questi tredici giornalisti colpiti direttamente sono stati aggiunti alla Tabella dei nomi delle vittime di attacchi ingiustificabili: Federica Sciarelli, Giovanni Carbone; Graziella Di Mambro, Alessandro Panigutti (Lazio), Fabiana Pacella, Edoardo Stoppa (Puglia), Luca Abete (Campania), Paolo Berizzi, Vittorio Brumotti e troupe Striscia (Lombardia).

LAZIO – Federica Sciarelli, Giovanni Carbone
Dopo 13 anni e mezzo assolti in Cassazione dall’accusa di diffamazione a mezzo stampa la giornalista Federica Sciarelli, nota conduttrice del programma televisivo Chi l’ha visto (Rai3), e il regista televisivo Giovanni Carbone.
Erano stati querelati entrambi nel 2005, dal magistrato Giuseppe Savoca. Condannati in primo grado erano stati poi assolti in Appello, nel marzo 2017. Sentenza confermata il 29 novembre 2018 dalla Cassazione, che ha rigettato il ricorso del querelante e ha condannato il querelante al pagamento delle spese processuali. I giudici hanno stabilito che durante la puntata di Chi l’ha visto? era stato esercitato correttamente il diritto di cronaca.
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LAZIO – Graziella Di Mambro, Alessandro Panigutti
Il 30 novembre 2018 la Corte di Cassazione ha assolto dall’accusa di diffamazione la giornalista di Latina Oggi, Graziella Di Mambro, e il direttore responsabile della testata Alessandro Panigutti. La vittoria in Cassazione arriva dopo quasi 10 anni dalla querela presentata nei loro confronti per un articolo pubblicato il 5 febbraio 2009. Nel testo, Di Mambro aveva ricostruito le circostanze dell’omicidio di un ragazzo, ucciso da un suo coetaneo nel corso di una festa. I querelanti le contestavano una comparazione, a loro avviso diffamatoria, tra la vittima e il carnefice. Per la Suprema Corte, “il fatto non costituisce reato”. I cronisti erano stati condananti sia in primo che in secondo grado.
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PUGLIA – Fabiana Pacella
Il Gip di Lecce ha rinviato la decisione sulla querela per diffamazione presentata nel 2016 dal presidente del Credito Cooperativo di Terra d’Otranto, Flavio Ciurlà, contro la giornalista Fabiana Pacella.
Il 20 giugno 2018 il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione ma il querelante si è opposto.
Il presidente della BCC contesta alla cronista due articoli pubblicati sul Nuovo Quotidiano di Puglia e su Il Sole 24 Ore in cui parla delle denunce per usura presentate da alcuni clienti contro l’istituto di credito.
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CAMPANIA – Luca Abete
L’inviato di Striscia, Luca Abete, è stato pesantemente insultato a Napoli da un uomo che ha provato a colpirlo con una pietra, nonostante l’intervento di una guardia giurata. Abete stava realizzando un servizio su ciclomotori elettrici venduti come biciclette a pedalata assistita.
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PUGLIA – Edoardo Stoppa
Edoardo Stoppa, inviato di Striscia la Notizia, è stato minacciato a San Ferdinando di Puglia (BAT) dal familiare dei proprietari di un allevamento ritenuto non idoneo alla cura degli animali.
“Vi consiglio di andarvene il più in fretta possibile. Vi fate male. Se hai dei figli, li perdi. Vi sparo”, ha detto l’uomo avvicinandosi a Stoppa.
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LOMBARDIA – Vittorio Brumotti e videoperatori
Vittorio Brumotti, inviato di Striscia la Notizia, e la sua troupe sono stati insultati e minacciati da alcuni pusher davanti la stazione centrale di Milano. Alcuni giovani stranieri hanno minacciato e preso a calci la bicicletta dell’inviato. Uno di loro ha anche mostrato un taser.
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LOMBARDIA – Paolo Berizzi
Il giornalista Paolo Berizzi, autore del libro NazItalia, ancora una volta minacciato sui social network da gruppi di estrema destra che hanno augurato la morte a lui e alla madre, pesanti insulti e attacchi. In alcuni post militanti neo fascisti augurano al giornalista di “documentare presto il funerale della madre” e di finire i suoi giorni con “molto dolore e pena”.
Dopo questi ultimi episodi dal 7 febbraio il giornalista vive sotto scorta.
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